Soldi e Bibbia
«La mini-predicatrice tutta Bibbia e dollari»: ne parla Paolo Manzo, inviato dalla Stampa a San Paolo, che ha scoperto una tale Ana Crolina Lucena Dias, classe 1994, la “più giovane predicatrice del Brasile”, che già a otto anni infiammava la chiesa di (guarda caso) suo padre. Nel messaggio riportato dal giornalista, la giovane incitava alla fedeltà a Dio. Che però non si esplicitava nell’amore per il prossimo, nella diffusione del messaggio di speranza, nella crescita spirituale: no, si esprimeva “donando una parte dei vostri guadagni”. Un tema, quello dei soldi, che sta particolarmente a cuore alle tante realtà neoevangeliche nate in Brasile (ma non solo in Brasile) negli ultimi anni, sulla scia delle promesse del vangelo della prosperità, che – a scanso di equivoci – è solo una copia sbiadita e parziale e del vangelo di Cristo, che ogni credente è chiamato a diffondere.
Solo un commento è possibile: che tristezza. È triste veder usare un bambino, a prescindere dal contesto. Vederlo usare per scopi poco nobili, poi, è un’aggravante.
È ancora più triste però veder trattare la fede cristiana come un prodotto dei tanti, come un barattolo di pomodori, un’auto, un’assicurazione: un prodotto dove uno dei primi argomenti che si affrontano – prima ancora della salvezza, prima della speranza, prima dell’amore – sono i soldi. Soldi che, ovviamente, finiscono nelle tasche dei predicatori, e vengono usati come un plateale insulto alla povertà di chi dona con fede.
Tristemente, questo sta diventando un trend preoccupante e diffuso. In questi casi sì, non possiamo dare tutti i torti ai media che parlano di “sette” e non di chiese. Ma meglio ancora, parleremmo di attività commerciali.
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Pubblicato il 23 marzo, 2007 su Uncategorized. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
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