Esseri sociali
“Vivere al massimo pagando il minimo”: la Stampa presenta gli ultimi accorgimenti, modaioli e pratici, per contenere le spese “senza perdere in verve e in glamour”.
E così c’è il car-sharing, intelligente modo per condividere uso e spese di un’auto, dedicato a persone che la usano raramente; c’è il couch-surfing, comunità web di viaggiatori che mettono a disposizione il proprio divano e usufruiscono del divano altrui, quando soggiornano in città dove non hanno altri contatti; c’è il co-housing, versione moderna e urbana della casa di corte rurale, dove agli spazi privati corrispondono spazi comuni, dalla lavanderia alla palestra, dagli spazi-giochi per i bambini al salone per le feste. C’è poi lo swapping, alias baratto, che permette di scambiare libri, dischi e così via, dando nuova vita a quel che non si usa più e recuperando ciò che si desidera.
Una serie di nuove abitudini, dove la modernità il termine inglese nasconde l’origine antica, talvolta contadina, sicuramente sparagnina di un buonsenso che già i nostri padri (o nonni) possedevano e sfruttavano al meglio.
A beneficio del portafogli, e della socialità.
Sì, perché la caratteristica di base di queste nuove abitudini risparmiose è proprio l’interazione, che permette di conoscere persone, avvalersi dei loro servigi e mettere a disposizione i propri. La vecchia idea che aiutandosi a vicenda la vita possa essere migliore un’idea così antica da essere alla base della società stessa.
Dal punto di vista sociologico quindi questa tendenza, a prescindere dai risparmi che consente di ottenere, è positiva: l’individualismo anni Ottanta ha portato i vicini di casa a non conoscersi, ha congelato la solidarietà, ha elevato l’arrivismo a dottrina. Guadagnare sempre di più per fare da soli, fare da soli per guadagnare sempre di più, in un’autarchia economica che rasentava il solipsismo.
Ora la svolta: sarà stata la crisi economica, sarà stata l’insostenibilità umana dell’isolamento cittadino prolungato, fatto sta che ci si rende conto di aver bisogno dell’altro che fino a ieri si ignorava. Un bisogno economico, sociale, morale che non possiamo ignorare troppo a lungo.
Dobbiamo rassegnarci: siamo esseri sociali, progettati per stare insieme e cercare il bene reciproco. Una condizione che non possiamo ignorare senza impoverirci dentro.
Pubblicato il 23 Maggio, 2008, in Uncategorized con tag Bibbia, chiesa evangelica, credente evangelico, cristiani evangelici, cristianità, cristiano, Dio, fede, Gesù Cristo, news, religione, spiritualità, Vangelo. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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