Piccoli editori, grandi assenti
Si svolge domani, 29 maggio, la prima edizione di “08-ml: piccoli e medi editori in festa a Milano”: sono trentasei editori con i loro libri e gli autori che, negli spazi della Triennale Bovisa del capoluogo lombardo, si presentano e presentano i loro lavori.
Un’idea nata, spiegano, vedendo l’esempio di Roma, dove le case editrici minori sono in contatto e collaborano: è proprio questo il clima che si vorrebbe portare anche a Milano, dove certo le case editrici minori non mancano, e coprono settori di nicchia interessanti sui quali altrimenti non avremmo riscontri editoriali.
Scorrendo i nomi delle trentasei case editrici presenti, risalta un’assenza: nessuna rappresentanza evangelica. E sì che di piccoli editori, nel milanese, ce ne sono vari, e aumentano ulteriormente se si allarga la ricerca all’intera Lombardia.
Non deve essere una questione economica: per essere presenti alla Fiera del Libro di Torino è necessario un impegno economico non indifferente, che in questo caso non era necessario. Difficilmente l’assenza è dovuta a una sorta di soggezione per la mancanza di produzioni interessanti da proporre: certo, alla Bovisa ci saranno case editrici che offrono libri ragguardevoli, ma ci sono anche editori molto modesti.
E allora viene il sospetto che si tratti di un problema di fondo. È comodo presentarsi a convegni, concerti, iniziative evangeliche e proporre lì i propri libri, in un ambiente ovattato, dove tutti sorridono. Facile parlare a chi già sa, a chi già ha, a chi già conosce: si risparmiano un sacco di preliminari e un confronto cui, forse, non siamo più abituati.
Il timore è che ci sia un’autoreferenzialità di fondo, che ci porta a evitare i contesti estranei concentrandoci nel nostro piccolo mondo: un contesto che ci sta comodo ma che, senza accorgersene, parla solo con se stesso e di se stesso. Un contesto facile ma pericoloso: negli ambienti chiusi, anche se nessuno se ne accorge, gradualmente comincia a mancare l’aria.
La storia insegna che i contesti asfittici, che credono di non doversi confrontare con l’esterno, che ritengono di non aver bisogno di stimoli nuovi, che “stanno bene così”, finiscono inevitabilmente per implodere.
E allora una ventata di aria fresca sarebbe più che opportuna. Presentiamo i nostri libri, la nostra cultura, la nostra fede. Senza paura. E se ci viene mossa un’obiezione (anche solo per lo squallore di troppe copertine) teniamone conto: aiuterà a crescere. E ci aiuterà, domani, a presentarci meglio.
Sempre che, naturalmente, l’obiettivo sia ancora quello di comunicare il messaggio del vangelo. Altrimenti, scusateci: abbiamo sbagliato chiesa.
Pubblicato il 28 Maggio, 2008, in Uncategorized con tag Bibbia, chiesa evangelica, credente evangelico, cristiani evangelici, cristianità, cristiano, Dio, fede, Gesù Cristo, news, religione, spiritualità, Vangelo. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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