Quella radio fastidiosa

Ascoltare la radio a un volume troppo alto disturba gli altri, a prescindere dai contenuti. Se poi si tratta di una radio di ispirazione cristiana, dove i contenuti risultano piuttosto scomodi, la questione può degenerare e finire in tribunale. Oppure a Forum, il programma di Canale 5, come è capitato mercoledì 28 a un giovane foggiano, tale Grant, trascinato davanti al giudice (non era Santi Licheri, purtroppo) dalla collega Arianna, che lavora nel suo stesso ufficio ed è stufa di doversi sorbire ogni giorno i programmi di un’emittente evangelica «che trasmette esclusivamente programmi mirati al proselitismo», sparati a tutto volume.

Naturalmente il giudice Francesco Riccio, con ragionevolezza, ha riconosciuto in via preliminare che il diritto di professare liberamente la propria religione rientra «tra i diritti inviolabili della persona previsti dalla Costituzione»; riconosce tale diritto a tutti i cittadini, «facendo eventualmente anche opera di proselitismo»; lo statuto dei lavoratori, ha ricordato poi, riconosce inoltre il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero sul posto di lavoro.

Dall’altra parte, però, la legge riconosce il diritto di non professare nessuna fede e di non ricevere «alcun indottrinamento religioso», dato che «l’atto di fede è, per sua natura, libero e volontario».

Per questo il giudice ha accolto la richiesta della ragazza, e disposto che Grant riduca, «entro i limiti della normale tollerabilità, l’ascolto ad alto volume dei suoi programmi radiofonici».

Una sentenza decisamente equa, nulla da dire, che comunque solleva almeno un paio di riflessioni.

Da un lato viene da chiedersi se Arianna, o chi per lei, si sarebbe lamentata allo stesso modo in caso la stazione ascoltata da Grant fosse stata una radio secolare, e avesse quindi trasmesso la voce di Gerry Scotti, Federico l’olandese volante, Linus al posto di quella di Èlia Xodo, Maria Spinelli, Ellero Balzani. Il problema molto probabilmente erano i contenuti, non il volume.

Dall’altro lato potremmo interrogarci su quanto valida sia la testimonianza cristiana di un credente che, ovviamente in perfetta buona fede, disturba i suoi colleghi. Con qualcosa di pulito e magari utile, ci mancherebbe: ma facendo comunque la figura del vicino importuno, del Ned Flanders di simpsoniana memoria, che va oltre i limiti e diventa lo zimbello del paese senza nemmeno rendersene conto, e rallegrandosi anzi per la “persecuzione” che gli porta il suo atteggiamento asfissiante.

Non cadiamo nello stesso equivoco, perdendo il senso della misura. L’esempio concreto deve venire prima del messaggio, e dimostrare la propria fede deve essere sempre prioritario sul comunicarla.

Altrimenti potremo alzare il volume quanto vorremo, ma senza riuscire a raggiungere il nostro scopo.

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Pubblicato il 30 gennaio, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 3 commenti.

  1. Ciao PJ, ho riflettuto parecchio su questa notizia. Ho sentito fratelli e sorelle “gasati” dalla ghiotta opportunità di evenagelizzazione che “Grant” ha avuto e delle “sue belle” parole e, questa hola di emozioni, mi ha lasciato un serio amaro in bocca. Da un lato c’è la voglia di andare avanti come “voce che grida nel deserto”, dall’altra, credo che il peso e la reputazione di una buona testimonianza sia una tesoro prezioso che va custodito con cura.
    Spero che Grant abbia fatto di tutto per non andare in tribunale. Non vedo nulla di male sulla “mala fede” della collega e sul suo “non piacere” di quell’ascolto. Il problema serio, per me, è il ruolo di Grant. Che il Signore Gesù ci guidi sempre di piu.
    Ciao Attiduequattro

  2. Diceva e scriveva un uomo di Dio, che il discernimento è il più raro dei doni.
    Nella maggior parte dei casi la responsabilità di simili incidenti, che sono molto piu’ numerosi di quanto si pensi, è da attribuire a guide e pastori e alla loro smania di protagonismo.
    Se ai giovani fosse spiegato con amore che un certo tipo di zelo non aiuta la causa di Dio, ma pittosto la danneggia, certamente tali incidenti sarebbero meno freguenti.
    Ma molti fra guide e pastori, si guardano bene dal dare certi avvisi; certo fa comodo sfruttare l’entusiasmo di altri per fargli praticare un po di proselitismo, che se non aiuta la causa di Dio, certamente aiuta la loro di causa.

  3. Ho visto il video della trasmissione, che ora è disponibile su internet e ho letto anche il commento precedente.
    Posso comprendere l’entusiasmo dei credenti per quella trasmissione e sopratutto per le parole di Grant.
    Certo che si corrono sempre dei grossi rischi quando si usano mezzi del genere nel parlare della propria fede in Gesù e sopratutto nel modo genuino di Grant, ma allo stesso tempo non per questo dobbiamo evitare di esporci o permettere solo a chi sa parlare bene di poterlo fare.
    Non possiamo aspettarci sempre un intervento completo e perfetto, ma vedere queste come opportunità, come occasioni per aprire delle porte e guardando bene quella puntata di Forum, ascoltando bene le reazioni del pubblico, le diverse mail arrivate ecc. possiamo vedere quante occasioni, quante porte aperte possono venire da questo.
    Tanti ne stanno parlando, la gente ne parla, perciò vedo anche una occasione per ogni credente di poter iniziare un discorso, una testimonianza con qualsiasi persona che conosciamo, una porta aperta da sfruttare, perchè no!

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