Preferisco di no

È mancato venerdì sera Walter Cronkite, colonna del giornalismo televisivo statunitense. Nato nel 1912, era stato per sei decenni «l’uomo di cui gli americani avevano più fiducia, col suo approccio diretto, con le sue parole misurate, con la sua voce profonda che gli conferivano una autorevolezza senza precedenti nel mondo dei media».

Il culmine della sua carriera è stata la conduzione per quasi vent’anni (dal 1962 al 1981) del notiziario serale della CBS, ruolo che lo aveva consacrato anchorman di punta: fu lui ad annunciare la morte di Kennedy e lo sbarco sulla luna.

L’America si è commossa di fronte alla sua dipartita, e non solo perché era un grande comunicatore. «La grande forza di Walter Cronkite  – ha ricordato il suo collega Brian Williams – era di essere la stessa persona davanti alla telecamera o fuori dallo studio. Una persona onesta e diretta che andava sempre al sodo, senza tanti fronzoli. Un modo di fare che piaceva agli americani».

È ironico pensare che, in Italia, un personaggio con queste caratteristiche non avrebbe avuto un grande successo: nel nostro Paese alle persone oneste preferiamo persone che sappiano alternare sfacciataggine e adulazione; alle frasi dirette preferiamo le circonlocuzioni barocche in cui le belle parole compensano un contenuto fumoso e vago.

Anche la leggendaria frase con cui Cronkite chiudeva il suo notiziario, «And that’s the way it is» (“E questo è il modo in cui stanno le cose”), non ci andrebbe a genio. Troppo categorica, troppo sicura, troppo definitiva. Meglio un più rassicurante “Così è se vi pare”, o un semplice “forse”.

Preferiamo non dire una parola definitiva per paura di venire contraddetti, e se veniamo contraddetti preferiamo alzare i toni, o cambiare il piano del discorso, piuttosto che discutere serenamente e seriamente sul tema.

Meglio, quindi, lasciare uno spiraglio per dare spazio e lavoro alla corte di commentatori, opinionisti, tuttologi, pronti a discettare su tutto senza dire niente, magari accendendo una polemica, meglio ancora una rissa, che offrirà ulteriore audience.

E la verità? La verità meglio lasciarla in chiesa, prenderne possesso alla domenica mattina e nei momenti in cui ci concediamo il lusso di leggere la Bibbia. Conclusa la funzione, chiuso il Libro, la vita continua come se niente fosse successo, come se quelle parole fossero state scritte per altri, come se ci fossero una logica e una morale superiore – un nuovo rito, officiato nel grande tempio televisivo – cui riferirsi.

No, Cronkite non avrebbe avuto successo da noi. Troppo etico. Troppo cristiano.

Pubblicità

Pubblicato il 21 luglio, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: