Il ritocco della discordia

Gisele Bundchen è stata protagonista, ieri, di una vicenda quantomeno curiosa che la riguarda peraltro solo indirettamente.

La famosa e ricercatissima modella brasiliana ha posato per la campagna pubblicitaria di una marca di abbigliamento. Nella foto compare a dire il vero poco vestita, e questo potrebbe già essere motivo di ironia, se la pubblicità in questi anni non ci avesse abituato a paradossi peggiori.

La cosa che ha fatto discutere è che compare magra. Niente di strano per una modella, se non fosse che Gisele Bundchen è incinta. Un colpo di videoritocco, ed ecco sparire il pancione.

Qualche commentatore si è scandalizzato, e non senza ragione, per la “vergogna della maternità“, ma forse il problema non è solamente di carattere, diciamo così, ideologico.

Se l’agenzia pubblicitaria voleva dare un taglio dinamico alla campagna, rappresentandola con una modella non in stato interessante, ci chiediamo come mai abbia scelto la Bundchen, anziché qualche altra sua collega, magari altrettanto famosa, e non abbia risparmiato Gisele per una (sicuramente fortunata) campagna premaman.

Soprattutto, però, stupisce la risposta dell’azienda, che ha sostenuto di aver limato elettronicamente la pancia della modella per rispettarne la privacy.

Suona sorprendente parlare di privacy in relazione a una foto pubblicitaria. Suona sorprendente parlare di riservatezza nei confronti di una persona che, per lavoro, vende la propria immagine, e il cui valore è dato anche dall’asfissiante attenzione dei media.

Ma soprattutto suona ridicolo parlare di privacy del corpo in una foto dove una modella appare seminuda.

Non è un problema di maternità, ma di sobrietà. Quella sobrietà che il mondo dello spettacolo non conosce e che purtroppo, nella corsa all’imitazione, sta sfuggendo di mano anche a noi comuni mortali.

Pubblicità

Pubblicato il 5 agosto, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 4 commenti.

  1. Questa modella, così come le sue colleghe e i suoi colleghi che sono solo capaci di mettere in mostra un corpo, mi fa proprio pena.
    E mi fanno pena anche quelle donne e quegli uomini che vedono in queste persone qualcosa da apprezzare o di interessante.

    Meglio usare il proprio tempo e i propri neuroni per altro 🙂

    Sandra

  2. e se si facesse del sano boicottaggio di quella famosa marca di abbigliamento? 😉
    Shalom

  3. A pensar male si fa peccato, ma si indovina sempre.

    Così mi pare di ricordare dicesse, il più famoso (e discusso) dei senatori italiani; e a me pare che questi giochini siano solo manovre per sollevare ad arte polemiche che producono publicità, utile soprattutto nell’ambiente in questione.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: