Il pericolo delle porte scorrevoli
A volte è davvero questione di un minuto.
A margine dello scontro aereo sul fiume Hudson tra un aereo da turismo e un elicottero, il Corriere dedicava un articolo a “Quelli che devono la vita a un minuto di ritardo”: come la madre che ha perso il volo fatale grazie al figlio adolescente che indugiava da Starbucks. In occasione di altre tragedie aeree è stato merito di «un ritardo, la sveglia difettosa, il traffico sulla strada dell’aeroporto».
La nostra vita, viene davvero da pensare, è appesa a un filo, e la differenza tra vivere e morire è questione di apparenti coincidenze. C’è chi, fatalisticamente, sostiene che “se è il momento, succederà comunque“, e chi ritiene che siano le nostre scelte a fare la differenza, perché tutto sarebbe stato diverso “se non fossi stato lì, se non avessi incontrato quella persona, se non mi fossi attardato…”.
L’uomo si è interrogato a lungo sulla possibilità di intervenire fattivamente sul proprio destino: l’uomo è davvero “faber fortunae suae”, artefice della sua fortuna, oppure tutto è già scritto e noi possiamo solo attenerci a un copione che non conosciamo?
Naturalmente non possiamo scrivere una parola definitiva a una domanda peraltro affascinante, per rispondere alla quale servirebbero competenze che nessun essere umano ha.
Diffidiamo da un’interpretazione cristiana della teoria delle sliding doors raccontata dall’omonimo film, o degli infiniti universi paralleli (la saga di “Ritorno al futuro” ha fatto scuola) che rappresenterebbero le innumerevoli scelte possibili. La realtà è una, e perdersi dietro i “se” non può andare oltre il mero esercizio accademico.
Anzi: andando oltre, potremmo liquidare la questione con un po’ di pragmatismo, limitandoci a osservare che un copione che non conosciamo è per noi un copione che non esiste. Punto.
Vista in questa prospettiva, sta a noi lasciar fare a Dio il suo mestiere di Autore (e, a mio avviso, lo svolge in maniera eccellente), evitando derive pericolose: come quella di perderci dietro a favole che vorrebbero trasformare la nostra vita in una fantasia da romanzo rosa, ma hanno come unico risultato un’esistenza frustrata e insoddisfatta, dove ogni scelta fatta cela dietro di sé una migliore opportunità inevitabilmente persa.
Pubblicato il 18 agosto, 2009, in Uncategorized con tag accademico, adolescente, aereoporto, affascinante, artefice, articolo, autore, coincidenze, competenze, copione, cristiana, definitivo, destino, differenza, Dio, elicottero, esercizio, esistenza, fatalità, favole, film, filo, frustrata, Hudson, incontrare, inevitabile, insoddisfatta, interpretazione, interrogare, intervenire, madre, margine, minuto, momento, opportunità, paralleli, parola, pericoloso, perso, possibilità, prospettiva, realtà, rispondere, ritardo, romanzo, scelta, scelte, scontro, scritto, sliding doors, Starbucks, sveglia, teoria, traffico, tragedie, turismo, universi, uomo, vista, Vita. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Argomento fascinoso.
Chi di noi non si è mai chiesto cosa sarebbe stato della sua vita se in un momento particolare avesse fatto una scelta invece di un altra ?
Quanto peso hanno nella nostra vita, il destino, il fato, la volontà divina, il libero arbitrio, (a secondo di quello in cui si crede) ?
Che tristezza pensare che la propria vita dipenda da eventi incontrollabili; e che tristezza vivere con l’assillo di costruire tutto il proprio futuro e tutta la propria felicità.