Una donna all’improvviso

«Finalmente una donna reale nelle riviste di moda!», esultano le lettrici del mensile americano Glamour. Il merito della rivista? Aver pubblicato, tra le tante immagini di diafane modelle dall’appetito precario, la foto di una donna dalle misure ragionevoli e proporzionate: 180 cm di altezza per ottanta chili.

La foto, piccola e defilata, è diventata subito un’icona e ha fatto impazzire le lettrici, evidentemente stufe di veder presentare le collezioni di moda su modelle che sembrano sempre più appendiabiti semoventi.

Una reazione, quella delle lettrici, che ha spiazzato tutti, in primis la redazione: «Tutto questo mi ha fatto pensare, dobbiamo riconsiderare la scelta delle nostre modelle», riflette il direttore della testata, Cindi Leive.


Ma anche Lizzie Miller, la modella salita agli onori della cronaca, si stupisce: «Non capisco tutto questo clamore», si schermisce: «mi presento in modo naturale, senza trucchi».

Già, e forse è proprio questo ad aver fatto colpo: una donna che non si vergogna di presentarsi in modo naturale in un ambiente artificiale e sofisticato come quello della moda è decisamente un’anomalia.

Non sappiamo come si sia imbucata in un mondo cui non appartiene, e dubitiamo che convincerà altre sue colleghe all’emulazione: probabilmente resterà l’eccezione che conferma la regola.

Perché Lizzie Miller è diversa: si accetta. E, accettandosi, mette a rischio alcuni assiomi della nostra società: negli ultimi decenni ci hanno insegnato a non accontentarci, a puntare sempre più in alto senza saziarci mai, a inseguire sogni impossibili, a esagerare sempre. Anche a costo di sembrare ridicoli, anche a costo di farsi male.

Immaginate che mondo sarebbe se tutti cominciassimo a riconoscere, comprendere e accettare i nostri limiti, ad accontentarci delle cose semplici, a esercitare il buonsenso nelle piccole e nelle grandi scelte.

Certo, direte voi, sarebbe un mondo migliore. Ma solo per noi, non per il sistema in cui viviamo e che, in ultima analisi, non siamo così intenzionati a cambiare.

E allora difficilmente Lizzie Miller sarà – absit iniuria – una novella Rosa Parks capace di portare una società sofisticata alla consapevolezza della sua umanità e al piacere della semplicità.

Probabilmente il suo caso verrà dimenticato nel giro di qualche numero, le lettrici torneranno presto a sognare dietro eteree mannequin dallo sguardo vacuo. E tutti noi continueremo a spingere il pedale sull’acceleratore, rammaricandoci nel contempo di vivere in un mondo che corre troppo.

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Pubblicato il 27 agosto, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. Ma…io sinceramente con tutta la mia ciccia in più, che non è poca, vivo bene, serena, amata da mio marito, mi godo qualche buona forchettata senza rimpianti quando è il momento e lascio gli scheletri al altri…e mio marito che è uno che è abbastanza atletico, è felice così 😀

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