Pubblicato il 13 ottobre, 2009, in Uncategorized con tag Angelo, attività, cliente, curiosità, decenza, imbarazzo, malizia, mamme, motivazioni, negozi, nonne, preoccupazione, prete, priorità, rispeto, scontrino fiscale, sindaco, soldi, successo, titolare, traguardi, vergogna. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 5 commenti.
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… e ora anche su Instagram
Da fine ottobre sono anche su Instagram. Un profilo personale sospeso tra curiosità e ironia, per raccontare anche attraverso le immagini i Riflessi etici della quotidianità.
Se volete seguirmi mi trovate qui
se quel sex shop ha aperto in quella via, in quel quartiere, vuol dire che li c’e’ un mercato che richiede tale gategoria di prodotti.
Secondo me e’ inutile la lotta contro il negozio, ma sarebbe invece utile la lotta contro il “peccato” che ha generato l’apertura del sex-shop.
A tal proposito mi viene in mente l’esempio di Calvino che per combattere il peccato che gravava su Ginevra, a differenza dei suoi predecessori, non promulgò leggi e norme a salvaguardia della fede ma cominciò a predicare la Parola per le strade, le chiese e le scuole; con insistenza e per lunghi mesi. Come risultato, la gente si convertì, i locali lussuriosi vennero chiusi per mancanza di clientela e Ginevra fu considerata come la città più santa d’Europa.
Più che concentrare l’attenzione al negozio, si ci dovrebbe concentrare sulla clientela, si dovrebbe riflettere sul fatto che c’e’ più che mai bisogno di Cristo e che c’e’ l’urgenza di strappare più persone possibili dal peccato.
Inoltre penso che quel negoziante non dovrebbe chiudere l’attività perchè obbligato da terzi (significherebbe privare qualcuno della propria libertà), ma dovrebbe chiudere riconoscendo che in quella via, in quel quartiere, non c’e’ un mercato adatto a lui perchè c’e’ un popolo che onora il Dio Santo. E’ questo daltronte il significato delle parole di Gesù: “siete il sale della terra”: se c’e’ il sale, la pietanza si insaporisce…il peccato si allontana.
Quando nella società si manifestano fenomeni che mettono in evidenza quello che tutti già sappiamo benissimo, e cioè che la nostra, al pari delle altre, non è una nazione cristiana, molti riflettono e alcuni propongono ricette e rimedi.
Personalmente non credo la decadenza dei costumi possa essere impedita in alcun modo, salvo che con la propria condotta che può essere esempio e costituire un argine naturale contro il male.
Pia illusione quella di credere che se si predicasse di più ci sarebbero meno peccatori; testimoniare la propria fede, nei modi e nei tempi dovuti, si può e si deve, ma più che di prediche il mondo ha bisogno di modelli positivi ai quali guardare.
Ancora più sbagliato e assurdo pensare di costringere la gente a non peccare per legge.
Anche se non ne sentivo affatto il bisogno, qualche ora fa ho ricevuto ulteriore conferma di quanto scrivo, nell’ascoltare il titolare di un pubblico esercizio che nel suo locale gettava fulmini e saette contro la chiesa ufficiale, evidenziandone vizi e contraddizioni.
All’inacerbito esercente non serviva nessun sermone, e non ne ho fatti, ma solo una buona parola, e la possibilità di poter toccare con mano che c’è un altro cristianesimo.