L'Italia s'è desta

Pensavamo sarebbe passato inosservato in mezzo ai tanti eccessi che sono diventati norma nel nostro acciaccato Paese: e invece no.

Tutto nasce da uno spot televisivo che pubblicizza una nota marca di calze; il video, caratterizzato da colori caldi e toni rassicuranti, viene accompagnato da una versione riveduta e (s)corretta dell’inno nazionale, che diventa – tenendo conto del target femminile cui lo spot è rivolto – “sorelle d’Italia”.

Si sa, l’inno di Mameli non gode di particolari simpatie musicali, bistrattato com’è da buona parte dei cantautori italiani (uno dei pochi che ci ha sorpreso, a suo tempo, con un giudizio positivo è stato Toto Cutugno) e anche da qualche partito politico (di recente una testata  ha definito “ladro” il paroliere); gli italiani lo conoscono poco e male (molti si chiedono chi sia questo Scipio, altri ne storpiano il nome senza troppe cautele) e lo sentono come proprio solo nelle rare occasioni in cui la Nazionale di calcio raggiunge la finale dei Mondiali.

Eppure, nonostante questo, quel motivo ottocentesco resta il nostro inno nazionale: ossia la bandiera musicale del nostro Paese. Beninteso, non c’è nulla di sacro né di trascendente in quelle note, ma meritano rispetto per ciò che rappresentano.

Visti i tempi grami che il senso dello Stato sta vivendo non avremmo pensato che l’Inno di Mameli virato al femminile e in chiave pubblicitaria avrebbe sollevato proteste in rete e sui giornali, e soprattutto da parte delle donne, cui lo spot era rivolto: lettere che parlano di “sgomento” e “indignazione” per “un volgare storpiamento”.

Reazioni probabilmente esagerate, ma il cui vigore fa ben sperare. Sarebbe bello se lo sdegno espresso nei confronti del caso specifico riuscisse a diventare consapevolezza, e la consapevolezza si trasformasse in una nuova sensibilità – personale e sociale – verso la morale, l’etica, i valori.
Sarebbe bello poter dire che, su questo fronte, “l’Italia s’è desta”.

Sì, sarebbe bello. Significherebbe che c’è ancora speranza.

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Pubblicato il 14 ottobre, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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