Un disperato bisogno di ascolto

I dati raccolti da Telefono Azzurro dicono che pericoli e maltrattamenti sui minori continuano purtroppo con intollerabile frequenza.

Negli ultimi anni però si è profilato un cambio di prospettiva: oltre ai rischi che provengono dagli sconosciuti è aumentato il numero di casi in cui le malsane attenzioni nascano all’interno della cerchia familiare: genitori, ma anche insegnanti, amici di famiglia (titolo decisamente poco azzeccato), parenti, vicini, guide spirituali. Un quadro desolante cui Telefono Azzurro risponde come può, ma che apre uno squarcio su un mondo diverso da quello che vedono molti di noi.

Speriamo vivamente che nessuno di noi sia coinvolto in situazioni così drammatiche. E che nessuno di noi sia testimone silente di situazioni di disagio che magari si sviluppano appena oltre le nostre mura domestiche ma che, per comodità, preferiamo non vedere.
Parliamo, ovviamente, di questioni che vanno affrontate con la dovuta delicatezza e cautela, perché il rimedio non sia peggiore del presunto male: in troppi casi, negli ultimi anni, abbiamo visto genitori allontanati dai propri figli per poi scoprire che tutto si basava su congetture senza costrutto. La cautela è d’obbligo, ma non non va confusa con l’indifferenza.

Un campo che invece dovremmo esplorare con maggiore convinzione e senza incertezze riguarda situazioni meno gravi, ma non per questo meno preoccupanti: «Il 14% delle chiamate ricevute da Telefono Azzurro – scrive La Stampa – sono di giovani e giovanissimi che spiegano di aver “solo voglia di far conversazione con qualcuno“. L’1,4% parla invece apertamente di “un senso di solitudine”, davanti al quale non sa come reagire».

Gli esperti spiegano che «I bambini hanno un disperato bisogno di comunicare. Ma sono in difficolta’ perche’ non sanno con chi poter parlare. Di fronte a certe famiglie sorde nell’ascoltare i loro bisogni si rivolgono sempre più altrove. Diventano i primi fruitori ma anche vittime della comunicazione virtuale, dagli sms ai social network…», con tutto quel che ne può seguire in termini di brutti incontri.

Bambini e ragazzi si sentono soli, disorientati, trascurati da una famiglia sorda e, magari, assente (spesso, beninteso, con le migliori intenzioni). Sentono il bisogno di raccontare, sfogarsi, confidarsi, trovare una spalla su cui piangere, una voce rassicurante, una presenza autorevole che li accompagni nei loro piccoli, grandi drammi quotidiani.

A volte trovano Telefono Azzurro, altre volte si buttano a pesce dentro chat, forum e social network, con i risultati che sappiamo.

Sarebbe bello se, invece, quella spalla, quella voce, quella presenza fossimo noi. Sì, noi.

Noi che abbiamo trovato serenità, gioia, amore, doni preziosi che dovremmo sentirci chiamati a trasmettere. Noi che abbiamo trovato uno scopo nella nostra vita, uno scopo che comprende l’amore per il prossimo. Noi che abbiamo una speranza: proprio la speranza che anche quei giovani, consapevolmente o meno, stanno disperatamente cercando.

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Pubblicato il 15 ottobre, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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