Vivere di rendita

Sono passati quindici giorni, e già non si sente più parlare di Win for life, la nuova lotteria istantanea che promette non un premio milionario, ma una rendita di 4000 euro mensili per vent’anni.

Una prospettiva interessante che però ha delle controindicazioni. Tecniche, innanzitutto: come segnala in un articolo l’agenzia Zeusnews, le probabilità di vincere non sono affatto elevate, e poi la ripetizione delle estrazioni a ritmo orario rischia di provocare dipendenza.

Sul piano economico le certezze non sono maggiori: basta che nella stessa estrazione i vincitori siano più di uno, e il premio viene diviso. Questo significa che se si vince in quattro si ha diritto a una rendita di appena 1000 euro al mese: una cifra che non è da buttare via, ma che non permette di vivere senza preoccupazioni come Win for life promette.

Forse però la riflessione più significativa è l’ultima: «Se anche tutto vi andasse bene e vinceste l’agognato premio di 4000 euro al mese, siete davvero sicuri di voler smettere di lavorare? La vostra vita avrebbe ancora senso o rischierebbe di appiattirsi?».

Chi è stanco della routine quotidiana e di un lavoro che lo tiene lontano da casa per 12 ore al giorno ovviamente il problema non se lo pone: l’idea di poter cambiare vita, rivoluzionarla, liberarla dai doveri quotidiani è tutto quel che riesce a vedere.

Ma, dopo un periodo di riposo più o meno lungo, la sindrome del pensionato è in agguato. È quella sensazione di straniamento che prende chi ha lavorato tutta la vita, ha sviluppato attorno al lavoro le sue abitudini, le sue relazioni, i suoi ritmi, e improvvisamente deve rimodellare la propria esistenza.

Vale anche per chi, da un momento all’altro, può permettersi di abbandonare il lavoro. Sembrerà paradossale, ma non è facile vivere di rendita.

Perché perfino il tanto agognato riposo, o la splendida vacanza che nei sogni di tutti dovrebbe essere una parentesi a tempo indeterminato, a un certo punto non basta più. E non basta più nemmeno il divertimento, con il suo inevitabile portato di sregolatezza.

Per vivere di rendita servono obiettivi, scopi, un punto cui guardare e una ragione per vivere.

Che poi, curiosamente, sono anche le necessità nascoste di chi riempie le sue giornate di lavoro: il bisogno di punti di riferimento esterni, superiori, per evitare la depressione del nulla o l’esaurimento del troppo.

Abbiamo bisogno, un disperato bisogno di qualità della vita: una qualità che non nasce da ciò che abbiamo, da ciò che possiamo godere, ma dalla risposta alla fame di spiritualità che ci pervade.

Ubriacarci di illusioni e vivere di sogni possono aiutarci a rimandare il momento in cui dovremo confrontarci con questo bisogno.

Ma solo quella risposta potrà dare un senso – e una vera rendita – alla nostra vita.

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Pubblicato il 29 ottobre, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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