La giusta cornice

Capita, ogni tanto, di registrare un programma sbagliato. In questo caso, al posto di un telefilm, un programma di approfondimento. Capita di dargli un’occhiata, prima di cancellarlo, e di trovarci un servizio che non si sarebbe voluto vedere, se non riguardasse una vicenda vera.

Si parla di Africa e di stregoneria. Si parla di bambini lasciati alla mercè di stregoni: considerati per qualche motivo specioso portatori di maledizioni di ogni genere, molte famiglie affidano a persone di dubbia serietà uno dei figli, nella speranza che serva a liberare la famiglia dal malocchio.

Capita di scoprire che uno di questi loschi figuri si vesta da vescovo e organizzi messe, o culti, dalla parvenza carismatica, con tanto di appelli e – come se non bastasse – con la raccolta di laute offerte per operare “liberazioni”.

Naturalmente il personaggio in questione non è né cattolico, né evangelico: è uno stregone, uno dei tanti che infestano l’Africa e giocano sull’ignoranza, sulla paura, sul senso di colpa delle popolazioni.

Nei secoli scorsi l’Occidente ha tentato di omologare il mondo ai suoi parametri. Con le migliori intenzioni, ma creando traumi mai del tutto rientrati.

La civiltà ieri, la democrazia oggi, sono beni preziosi e non è difficile immaginare il motivo per cui l’Occidente ha sentito il dovere morale di estenderli ad altre aree del mondo.

Se l’esportazione di questi capisaldi è fallita, è stato a causa di un equivoco di fondo: i valori – tra questi i classici libertà, fraternità e uguaglianza, ma anche rispetto per il prossimo, pietà, perdono – sono il risultato di un processo e il portato di un contesto. Un contesto che trae linfa e significato dalle tanto bistrattate radici giudaico-cristiane.

Non occorre andare lontano per riconoscerlo: ce lo conferma la nostra stessa società, dove i valori perdono di significato quando si tenta di manipolarli al di fuori del loro ambiente, innestandoli in un contesto relativista dove non esistono un “bene” e un “male”, un “giusto” e uno “sbagliato”.

Riconoscere come cultura degna di rispetto la tradizione animista africana tramandata dagli stregoni, significa liquidare come trascurabili effetti collaterali la scia di violenze, terrore e sacrifici umani che ne segue. Questo però costringerebbe, per onestà intellettuale, a riconoscere dignità e rispettabilità a qualsiasi tipo di pensiero umano (e disumano), dalla violenza sui minori alle aspirazioni antisemite.

Da cristiani, invece, non dovremmo avere difficoltà nell’ammettere che le orribili vicende di cui si parlava sono causate dall’assenza di valori. Valori che però possono venire accettati e portare risultati solo se non vengono scorporati dal messaggio di speranza che li caratterizza, li promuove, li valorizza da duemila anni.

E di cui tutti gli esseri umani, a ogni latitudine, hanno un disperato bisogno.

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Pubblicato il 2 novembre, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.

  1. ciao questo blog da un bel insegnamento di vita. 🙂

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