Dietro ai principi
Il caso di Abano Terme ormai lo conoscono tutti: una mamma italofinlandese si è opposta alla presenza di crocifissi nella scuola frequentata dai figli, ottenendo soddisfazione da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo.
Meno nota è la vicenda di un insegnante di Vallio Terme (Brescia), che nel lontano 1991 ebbe da ridire sui simboli presenti nelle aule della scuola elementare, sollevando una vibrata reazione degli altri insegnanti e dei genitori.
Il Tar, dopo aver riflettuto, meditato, soppesato la questione per quattordici lunghi anni, ha stabilito che «Di fronte alla sensibilità manifestata da un’ampia maggioranza della comunità scolastica a difesa dei valori che sono in origine religiosi, ma hanno anche un rilievo storico […] il principio di laicità invocato dal ricorrente non può essere recepito».
Da un lato la Corte europea, secondo la quale l’esposizione di un simbolo religioso rappresenta una discriminazione di chi non crede. Dall’altro il Tar, secondo il quale la discriminazione, senza simboli condivisi, la subirebbe la maggioranza.
Dietro le due sentenze, persone comuni: la mamma padovana turbata dal crocifisso e il papà bresciano che per quel crocifisso è disposto a scendere in piazza, parlando apertamente (e, speriamo, metaforicamente) di “battaglia”.
Il problema dei principi è proprio questo: accolti con lo spirito sbagliato da uomini di parte non contribuiscono a fare chiarezza ma stimolano opposti estremismi, provocano ostilità, alzano muri.
Quando si comincia a parlare di battaglie, guerre, crociate, vittorie e sconfitte probabilmente qualcosa è andato storto: è mancata la comunicazione, la ragionevolezza, la disponibilità a prendere in considerazione le esigenze dell’altro.
Non vorremmo vivere in una chiesa dove il culto della dottrina soffoca l’amore. Né in un mondo dove si sbandierano i principi per mascherare l’assenza di buonsenso.
Pubblicato il 20 novembre, 2009, in Uncategorized con tag Abano Terme, Amore, battaglia, Brescia, buonsenso, chiarezza, comunicazione, considerazione, corte europea, crociate, crocifissi, diritti, discriminazione, Disponibilità, dottrina, esigenze, fede, genitori, guerre, insegnanti, laicità, maggioranza, mamma, meditazione, mondo, muri, ostilità, papà, Principi, principio, ragionevolezza, reazione, religioso, riflessione, sconfitte, sensibilità, sentenze, simbolo, Tar, uomo, Vallio Terme, vittorie. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
ma non vedo quale sia il problema. in Italia non permetteranno mai di togliere dei crocifissi..altro che sentenze della corte europea, dibattiti vari, scioperi e opposizioni motivati da buoni o cattivi sentimenti.
Purtroppo l’Italia non e’ laica, come dovrebbe esserlo per legge costituzionale, ma troppo legata al vaticano.
I laici, gli atei, i protestanti, gli islamici e tutti i non-cattolici sono una minoranza e purtroppo sono i “diversi”