Fiducia mal riposta
«Fatevi amici con le ricchezze ingiuste»: chissà se la direttrice di banca di Bornheim, che tanto fa discutere in questi giorni la Germania, nel compiere le sue operazioni da Robin Hood ha mai pensato alla celebre affermazione di Gesù. Sta di fatto che ha seguito alla lettera l’indicazione, e in preda a un impulso di pietà ha concesso fidi e crediti bancari a persone che non rispondevano agli standard richiesti.
Attraverso un abile gioco delle tre carte, rivisto in versione bancaria, riempiva i conti vuoti attingendo da quelli più fortunati, e in questo modo è riuscita a sfuggire ai periodici controlli che la banca – non va dimenticato che stiamo parlando della Germania – effettuava.
A volte, però, qualcosa andava storto. Per esempio quando, tornando sui conti meno floridi per rimettere tutto in ordine dopo i controlli, si accorgeva che i soldi non c’erano più. Spesi dai titolari cui non sarà sembrato vero di vedersi accreditare cifre sostanziose da misteriosi donatori.
Morale: dal 1990 a oggi la munifica direttrice ha accumulato oltre un milione di euro di debiti nei confronti dei correntisti più benestanti. Anzi: della banca, che comprensibilmente l’ha licenziata in tronco.
Chissà se la direttrice, che pure di economia qualcosa avrebbe dovuto capire, si sarà resa conto che le regole sono talvolta troppo rigide ma hanno un senso perché rappresentano l’argine a un rischio. Un rischio che non si ferma al singolo ma, qualora non venga tenuto sotto controllo, rischia di coinvolgere la banca e, a lungo andare, il sistema finanziario nella sua globalità: un’eventualità non così remota, da quel che abbiamo potuto constatare in questi ultimi anni.
Soprattutto, però, chissà se qualcuno degli sprovveduti – e disonesti – beneficiari di quell’inaspettato credito, sentirà oggi la coscienza pesante, pensando che sarebbe stato meglio non sperperare quell’accredito piovuto dal cielo, anziché bruciare tutti sul tempo per non permettere al responsabile di rimediare.
Chissà se la coscienza di queste persone rimorderà almeno un po’ e avranno l’onestà di piangere sulla propria miope scorrettezza o se, con i tempi che corrono, avranno il coraggio di recriminare qualora la banca proceda alla revoca del prestito.
Pubblicato il 26 novembre, 2009, in Uncategorized con tag accredito, amici, argine, banca, banche, benestanti, Bornheim, controlli, correntisti, coscenza, Coscienza, crediti, debiti, direttrice, discussione, disonesti, economia, fidi, Germania, Gesù, impulso, lettera, licenziamento, miope, onestà, piangere, pietà, recriminazione, Responsabile, revoca, ricchezze, Robin Hood, scorrettezza, sistema finanziario, soldi, sperperare, sprovveduti, standard, Tempo, titolari. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Ho appreso questa notizia giorni fa in tv, e mi ha colpito il commento del giornalista, che faceva notare il fatto che la direttrice in questione, che a quanto pare, a suo modo, rubava ai ricchi per dare ai poveri, si è ritirata con una denuncia e una modestissima pensione, mentre altri banchieri che hanno rubato ai poveri per dare ai ricchi (vedi bond argentini e titoli fasulli, rifilati a ignari piccoli risparmiatori), sono andati in pensione con buone uscite da capogiro e pensioni da nababbi.
Rubare è certamente sbagliato, sempre e comunque; ma fra una che ha rubato piccole somme a persone benestanti e altri che hanno rubato i risparmi di una vita a persone non benestanti, è normale che un po di umana simpatia vada alla prima e non hai secondi.