Dimensione etica
Pubblicato da pj
Forse hanno ragione i cinesi, che scrivono “crisi” e leggono “opportunità”: non possiamo considerare in termini positivi il dissesto economico degli ultimi due anni e il domino di drammi che ne è seguito, ma non possiamo nemmeno, a guardare con onestà gli sviluppi, non riconoscere che lo scossone è stato inevitabile e necessario per curare un sistema troppo malato, cui non sarebbe bastato a un intervento per quanto drastico (cui nessuno, comunque, avrebbe avuto coraggio e intenzione di mettere mano).
E così il mondo dell’economia, dopo decenni passati nel segno del profitto a ogni costo, ha dovuto fermarsi e riflettere, rivalutare, porsi questioni ineludibili, che si era pensato di poter accantonare tra le anticaglie e che invece si sono rivelate più attuali che mai.
Fa un certo effetto leggere sul Corriere un intervento di Roberto Zuccato, presidente degli industriali di Vicenza – snodo produttivo del mitico Nordest – dove si invoca “una dimensione etica dell’azienda”, un “nuovo modo di intendere l’impresa”, ripartendo “dall’uomo nel suo senso pioù esteso, singolare e allo stesso tempo collettivo”, la necessità di non lavorare “unicamente nella ricerca della profittabilità” ma integrando “in modo virtuoso la ricerca dell’economicità con lo sviluppo sostenibile della comunità di riferimento”.
Insomma, una “impresa socialmente responsabile” che deve “investire sulla fiducia”, puntare sulla “coesione sociale”, impegnandosi a ritrovare “la dimensione etica, l’impegno imprenditoriale verso una visione economica responsabile che sta alla base della strategia di uscita dalla crisi”, perché “è stata l’assenza di regole e di etica che ci ha condotti verso un sistema di crescita che poi è imploso”.
L’impresa “deve tornare al centro del processo di sviluppo, essere il luogo in cui si crea ricchezza, ma anche dove si produce valore per la società“.
Le intenzioni sono buone. L’impressione però è che, dopo tanti rovesci, non sarà facile tornare a un circolo virtuoso. La fiducia non si guadagna con qualche dichiarazione d’intenti o con spot che riecheggiano buoni sentimenti, e l’etica non si improvvisa né si compra al chilo: deve essere connaturata a uno stile di vita e a una scelta interiore, prima ancora di diventare la linea guida di un progetto imprenditoriale.
Ovviamente vale per l’industriale, ma anche per il dipendente. E, se proprio vogliamo, anche per il consumatore: il circuito, per essere completo, deve comprendere chi investe, chi lavora e anche chi compra. Una volta si chiamava lealtà: la lealtà che portava il proprietario a privarsi del guadagno pur di non lasciare il dipendente senza paga; la lealtà che spingeva il dipendente a dare il meglio di sé nella produzione; l’onestà che faceva riconoscere il prezzo giusto senza pretendere sconti fuori mercato, e che allo stesso tempo permetteva di contare su un prodotto di degna qualità.
Non sappiamo quale parte dell’ingranaggio si sia inceppata per prima; stando alle cronache, però, non c’è da rallegrarsi di fronte a un effetto valanga che vede imprenditori votati al profitto e insensibili al dipendente, operatori sempre meno motivati (e, talvolta, scorretti), clienti che puntano al ribasso e, nel contempo, si trovano di fronte a prodotti realizzati per massimizzare – a volte perfino con sistemi criminali – il guadagno rispetto alla spesa.
Per uscirne c’è solo una soluzione: una presa di coscienza trasversale, generalizzata, nella direzione di una dimensione etica smarrita da troppo tempo.
Una dimensione etica che però, per funzionare davvero, va riscoperta e applicata a tutto campo. Perché i veri valori, si sa, non si comprano. E le imitazioni a basso prezzo durano poco.
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Pubblicato il 8 marzo, 2010, in Uncategorized con tag cinesi, coesione, comunità, criminali, crisi, cronache, dipendente, dissenso, drammi, economia, etica, fiducia, guadagno, imitazioni, impegno, impresa, industriali, ingranaggio, intervento, mercato, motivati, opportunità, profitto, progresso, qualità, regole, responsabilità, riflessione, sociale, società, spesa, strategia, sviluppi, sviluppo, termini, valore, valori, Vicenza, Vita. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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