Voti a perdere

La telefonata che segue è di ieri sera, giunta al centralino di una missione evangelica lombarda. Ometto il nome del protagonista solo per carità cristiana.

«Buongiorno, sono il signor Tale – esordisce con sicurezza il personaggio -. Le telefono perché mi candido alle prossime elezioni, e volevo un incontro con la vostra associazione. Sa, io ho molto a cuore i valori delle realtà cattoliche…».

«Scusi, la fermo un momento – lo interrompe la sua interlocutrice -: mi pare corretto segnalarle che noi siamo sì un’associazione cristiana, ma non cattolica».

«Ah – replica deluso il candidato -, voi quindi non votate…»

«Ma no – esclama sorpresa la telefonista -, certo che votiamo… forse ci confonde con un altro gruppo religioso che però non c’entra nulla con noi…»

«Ah, va bene – si fa frettoloso il contatto -, niente, salve».

Il candidato porta-a-porta mette giù il telefono così, senza dare ulteriori spiegazioni.

Probabilmente è il primo candidato ad addentrarsi nel contesto delle realtà associative di carattere cristiano senza avere la minima cognizione del mondo che va a contattare.

Sicuramente è il primo candidato al mondo a rifiutare, quasi con ribrezzo, un potenziale voto che si prospetta al di fuori del bacino d’utenza voluto. Potrebbe essere segno di un’estrema – estremistica, si direbbe – coerenza. Oppure si potrebbe trattare, oltre che di una preparazione carente, di scarsa elasticità mentale.

Sia come sia, votare un candidato così sarebbe imbarazzante. Meno male che non ci è stato chiesto di farlo.

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Pubblicato il 23 marzo, 2010, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 4 commenti.

  1. Paolo scusami se faccio un appunto, ma proprio per informare correttamente chi ti segue sarebbe giusto indicare il nome esatto dell’autore, visto che altrimenti si corre anche il rischio (oltre al danno la beffa…) che hai a cuore, vada alla fine a votare proprio per questo candidato.
    Non ti sembra?
    Ciao

  2. Ciao Paolo!
    Il fatto, seppur sconvolgente, credo metta in rilievo soprattutto la carenza culturale in fatto di fede da parte della stragrande maggioranza degli italiani: quante volte capita di ascoltare frullati terminologici, anche da persone di alta responsabilità, nei quali si mescolano parole di ogni genere senza carpirne il valore: cristiano-cattolico-evangelista-evangelico-chiesa-setta…
    Saluti, Gian Marco

  3. La simpatica storiella dovrebbe fare riflettere quelle migliaia di elettori “ostinatamente ingenui” che continuano a sostenere politici sedicenti difensori dei valori cristiani.

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