La missione impossibile del nonno-vigile

In tutte le città del nostro paese, da settembre a giugno, gli attraversamenti pedonali davanti alle scuole si popolano di una categoria visibile e poco rumorosa: i “nonni vigile”. Si tratta, normalmente, di pensionati che si mettono a disposizione della collettività e ogni mattina, con la loro pettorina catarifrangente e la paletta da vigili, fanno strada ai ragazzi che devono attraversare la strada, fermando nel contempo le auto di passaggio.

Un ruolo bistrattato: gratuito, poco apprezzato e, talvolta, bersaglio addirittura di insulti, perfino da parte di quei genitori che dovrebbero ringraziare queste persone per il loro impegno.
Un compito sempre più ingrato quello dei nonni vigile, tanto che a Pordenone, qualche mese fa, è emersa una tendenza preoccupante: a causa della maleducazione dei genitori, alcuni nonni vigile hanno rassegnato le dimissioni.
Chi abita o passa abitualmente davanti a una scuola dell’obbligo lo sa: per dieci minuti, dalle 7.50 alle 8 (dalle 8.20 alle 8.30 per i più fortunati) si scatena la tempesta perfetta del traffico da ora di punta: decine di auto di ogni cilindrata e censo si schierano in fila indiana, pronte a sbarcare il proprio carico di bambini e cartelle. Obiettivo della missione: farlo il più vicino possibile all’ingresso dei cancelli, per evitare che il pargolo – povera stella – debba sprecare troppi passi per raggiungere l’ingresso, sia mai che in quei dieci metri affollatissimi di coetanei venga importunato da qualche improvvido malintenzionato.

La tribù dei genitori si scontra con gli automobilisti che chiedono di circolare senza venire ostacolati dall’egoismo dei comodi altrui: in fondo il buonsenso (ma anche, a voler essere pignoli, il codice della strada) insegna che la sosta si debba effettuare a bordo strada, con debita segnalazione (freccia a destra), e non prevede eccezioni per chi deve arrestare il veicolo “solo per pochi secondi”: una banale legge fisica – ignorata quando non gioca a proprio favore – insegna che i tempi di ripartenza di una colonna di veicoli non sono immediati, e che ogni stop accentua il cosiddetto “effetto elastico”, provocando snervanti quanto inutili code.

I genitori si scontrano con le (giuste) obiezioni degli automobilisti di passaggio, ma anche con le osservazioni dei nonni vigile, che – per quanto possibile – tentano di mantere un barlume di ordine anche in mezzo alla baraonda delle otto antimeridiane. Non sono vigili, non possono elevare contravvenzioni, né hanno interesse a venire alle mani con genitori frustrati, arroganti, maleducati, autori – spiegava il comandante dei vigili di Pordenone – di una «”continua campagna di delegittimazione”, al grido di “tanto non mi può fare nulla”».

La frequenza degli episodi di (inci)viltà aumenta in modo preoccupante, ed è inevitabile riscontrare amarezza nei volontari, che perdono entusiasmo e, nel peggiore dei casi, decidono di rinunciare al proprio incarico.

È la triste, forse inevitabile conseguenza di un comportamento irresponsabile sotto almeno tre profili.

In primo luogo, insultando i nonni-vigile, i genitori vengono meno al patto di civile convivenza che dovrebbe caratterizzare ognuno di noi nei rapporti con gli altri.

In seconda battuta, mancano di rispetto verso una persona più anziana.

Terzo, ma non meno importante, delegittimano l’autorità che, in quel momento, quelle persone rappresentano.

Ad aggravare la situazione sono il luogo e il momento: tutto questo succede davanti a una scuola, all’ora di massimo afflusso, sotto gli occhi attenti di ragazzi in piena età formativa.

Queste sono le immagini, questi sono i valori che trasmettiamo con il nostro comportamento da perfetti egoisti.

Ma se questo è ciò che seminiamo oggi, non potremo avere il coraggio di lamentarci, domani, quando questi ragazzi diventeranno a loro volta adulti arroganti, insensibili e scorretti nei confronti di chi li circonda. Anche di chi li ha messi al mondo, dimenticandosi poi di crescerli all’ombra del rispetto e dell’educazione.

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Pubblicato il 20 aprile, 2010, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. 2 commenti.

  1. salute a tutti 🙂
    anche qua ci sono i nonni vigile… e funzionano… vediamo le differenze…
    a) vengono pagati dal comune come per un lavoro… circa $15 dollari l’ora…
    b) ci sono vigili o polizia che controlla spesso che gli automobilisti rispettino le regole della strada (spesso vuol dire circa due giorni su 5 imboscati da qualche parte a fare i castigamatti hihihi).
    c) ci sono percorsi obbligati che si chiamano ‘kiss and ride’ (bacio e vai) che servono per ‘scaricare’ i bambini velocemente e al sicuro davanti alla scuola dove…
    d) maestre e genitori volontari (circa una decina per una scuola di 500 studenti) aprono e chiudono le porte delle macchine per velocizzare l’operazione e sollecitare se necessario i genitori a togliersi dai piedi…
    e) A volte anche il direttore e’ fuori dalla scuola se necessario un aiuto… ci vogliono due minuti per fare arrivare la polizia per una multa o per rapportare un genitore (conosciuti dai maestri ovviamente) irrispettosi delle regole e di chi gli sta intorno.
    dove sono in italia gli organi preposti a far rispettare le regole in questo caso?
    ciao L.

  2. In Italia gli “organi preposti” sono QUASI sempre occupati a fare il meno possibile e soprattutto a non fare affatto cose utilissime ma che potrebbero arrecare fastidio agli stessi. Non so altrove, ma multe e sanzioni nel Bel Paese servono solo per riempire le casse dei comuni, e qualche volta non solo quelle. Sicuramente quanto detto non sminuisce le responsabilità dei singoli (le nostre), ma sicuramente vedere certi atteggiamenti da parte di chi dovrebbe dare l’esempio non aiuta certo l’opera di sdradicamento di certe cattive abitudini.

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