I due fronti dell’etica
Da agosto tutte le aziende dovranno adeguarsi a una normativa che, se verrà presa sul serio, provocherà più di qualche grattacapo: il testo unico 81/2008, infatti, prevede che in ogni luogo di lavoro venga effettuata una “valutazione dello stress-lavoro correlato e gli interventi per ridurne le cause”.
Se la maggior parte delle imprese si trova probabilmente in ritardo su questo versante, ce n’è una che – segnala il Gazzettino – è in anticipo di sette anni: si tratta di un’azienda vinicola di Altavilla Vicentina, dove Matteo Cielo già nel 2003 ha deciso di «misurare il grado di soddisfazione dei propri dipendenti, una trentina in tutto, sottoponendo loro dei questionari”, per capire “come vedevano l’azienda in cui lavoravano”».
In base a quelle valutazioni Cielo ha potuto migliorare la qualità del posto di lavoro, rendendolo più vivibile per i collaboratori anche nelle questioni più spicciole: «abbiamo capito – spiega – che gli open space non funzionavano più. E commerciali e amministrativi a stretto contatto si irritavano: i primi parlano sempre al telefono, gli altri hanno bisogno di silenzio. Una volta divisi tutto è andato meglio».
Stesso discorso discorso vale per il rumore delle stampanti ad aghi, insopportabile, attutito spostando le macchine in una sala isolata, o con la creazione di uno spazio relax, o con i corsi di primo soccorso.
È però interessante che tutto questo non sia successo solamente in ossequio al ragionamento che “chi è contento lavora meglio“, e quindi alla lunga per consentire all’imprenditore di guadagnare di più: è anche una questione etica.
Un’azienda socialmente responsabile – riflette Cielo – dovrebbe porsi certe domande e ascoltare davvero le risposte che arrivano.
E in effetti il punto della questione è tutto lì. Se la prospettiva umana e aziendale è legata a un rapporto utilitario (“quanto mi conviene?”), allora, prima o poi, anche la normativa sull’insoddisfazione dei dipendenti finirà per non bastare.
Se invece le ragioni della nostra azione sono legate a valori superiori, basati su solide convinzioni e su una vita con uno scopo, allora l’impegno sarà diverso, e saranno diversi anche gli occhi che avremo per dipendenti, colleghi, superiori, fornitori, clienti.
Vale per l’imprenditore, ma anche per il dipendente. La responsabilità etica è, alla fine, la versione business dell’amore cristiano: da un lato si manifesta nell’interesse per il benessere del collaboratore, sull’altro fronte si sostanzia nell’onestà verso il datore di lavoro, con tutte le sue declinazioni del caso: correttezza, trasparenza, impegno.
Il problema è che spesso questa responsabilità viene rivendicata come diritto ma trascurata come dovere, provocando drammatici effetti-domino di cui non si riconosce più l’inizio né si vede una fine: la causa potrebbe essere il dipendente non onesto, che costringe il datore a porre vincoli per garantire la produttività, finendo per penalizzare la qualità della vita del lavoratore; ma tutto potrebbe partire anche dal datore che punta solo alla produzione, dimostrando insensibilità verso il dipendente che, a sua volta, si sente autorizzato a rivalersi sui beni aziendali.
L’etica può (e dovrebbe) essere un’ottima pratica personale per un cristiano; per avere effetti positivi, però, non può essere unilaterale: o riguarda tutti, o nessuno.
Quando riguarda tutti richiede impegno, che verrà compensato dai risultati positivi.
Se invece non riguarda nessuno, sembrerà di guadagnarci ma è solo questione di tempo: le conseguenze, presto o tardi, le pagheranno tutti.
Pubblicato il 3 Maggio, 2010, in Uncategorized con tag agosto, Altavilla Vicentina, amministrativi, Amore, anticipo, azienda, beni, business, clienti, collaboratore, collaboratori, colleghi, commerciali, compensazione, conseguenze, conviene, convinzioni, correttezza, cristiano, dipendente, dipendenti, divisione, domande, dovere, effetti, etica, fine, fornitori, impegno, imprenditore, inizio, insensibilità, interesse, laovratore, Lavoro, macchine, Matteo Cielo, normativa, occhi, onestà, open space, pratica, problema, produttività, produzione, prospettiva, qualità, questionari, ragionamento, rapporto, responsabilità, risposte, risultati, rumore, scopo, silenzio, soddisfazione, stampanti, stress, superiori, telefono, Tempo, trascuratezza, trasparenza, valori, valutazione, vincoli, Vita, vivibile. Aggiungi il permalink ai segnalibri. 1 Commento.
Pingback: I due fronti dell'etica « biblicamente : Valutazione dei rischi da Stress Lavoro-correlato