Lindsay e il pentimento mancato

Certo che come attrice non è proprio il massimo. Lindsay Lohan, ragazzina terribile dello star system americano, è finita davanti al giudice dopo essere stata pescata al volante in stato d’ebbrezza.

Non è la prima celebrità a peccare in questo senso – evidentemente sui viali di Beverly Hills guidare ubriachi va di moda quanto le sostanze stupefacenti nelle discoteche milanesi – e non è la prima a giungere davanti al giudice con l’aria contrita della ragazza redenta.

Ahilei, non è bastato: la corte le ha comminato novanta giorni di carcere, che però per la starlette si sono ridotti – ah, la certezza della pena! – a quattordici, vissuti oltretutto, stando alle altre recluse, con un trattamento di favore.

Lì, tra una cella singola e una scorta costante, ha riscoperto l’affetto per i propri cari: “sente la mancanza della famiglia”, hanno rivelato gli avvocati, “è stato difficile per lei non vedere sua madre e sua sorella durante il fine settimana. Ovviamente vorrebbe stare sempre insieme a loro“.

Ovviamente, certo. Come nelle serate dedicate alle scorribande riportate puntualmente dai giornali scandalistici. Come durante le vacanze all’estero, sempre in bizzarra compagnia e mai con la cara mamma.

La sua conversione morale è improbabile ora, come lo era quando davanti al giudice mendicava uno sconto di pena, irritando il magistrato per la richiesta non accompagnata dal dovuto pentimento. Perseveranza peraltro confermata dall’insulto, quasi illeggibile ma emblematico, esibito in aula nei confronti del giudice a cui chiedeva clemenza: beffarda e tracotante senza limiti.

A modo suo, però, Lindsay è una ragazza esemplare: è infatti esempio di un modello che i giovanissimi seguono senza porsi troppe domande. Se è diventa famosa e si diverte, d’altronde, risponde già ai requisiti minimi imposti dalle limitate prospettive degli adolescenti cresciuti a pane e Amici.

Che poi una vita simile non porti per niente lontano, e che i ripetuti eccessi testimonino esattamente il contrario di un’esistenza felice, poco importa. A quindici anni, quando si pasteggia a miti e speranze, pare che il conto non debba arrivare mai.

Esempi come la Lohan certo non aiutano chi vorrebbe spiegare ai ragazzi che, invece, gli errori si pagano e si rimpiangono. Nel dorato mondo di Beverly Hills e nel grigio di una periferia nostrana. E si pagano senza sconti.

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Pubblicato il 6 agosto, 2010, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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