Rimedi per il rientro
E rieccoci alla sindrome da rientro: un italiano su dieci soffrirebbe della tristezza post-vacanza, tanto da ritrovarsi a scontare per qualche settimana emicranie, ansia, mal di gola, difficoltà a digerire, disturbi intestinali.
La Stampa, per venire incontro alle esigenze dei lettori (il dieci per cento, se la statistica citata poco fa è corretta: non pochi, quindi), dedica una pagina ai possibili rimedi: spiccano i consigli del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza, che – evidentemente commosso dalla diffusione del disagio – ha stilato «sette regole di auto-aiuto che vanno dalla dieta (frutta, verdura, acqua e addio pizza), al look (“vestite casual i primi giorni, per non avere subito il trauma dell’uniforme giacca-e-cravatta”), dal moto (passeggiate, bicicletta), al piccolo trucco di tornare in città un po’ prima per fare decompressione».
Si sprecano i consigli di sempre: tornare all’ordinarietà della vita quotidiana con una certa gradualità, magari rientrando dalle vacanze qualche giorno prima (avete mai conosciuto qualcuno che lo facesse?), o evitare di strafare durante le vacanza per non trovarsi senza energie al rientro in ufficio; ma ci sono anche idee più originali come quella di mangiare uva: «La melatonina – spiega Coldiretti – nella buccia degli acini regola il ritmo sonno-veglia e rilassa. Ottima per il jet lag», o di “una bustina di erba di grano liofilizzata da sciogliere in un bicchiere d’acqua” per resistere all’inquinamento cittadino.
Interessante che La Stampa, oltre ai consigli tradizionali e quelli più innovativi, prenda in considerazione anche qualche consiglio meno convenzionale virando nella new age tra cristalli e fiori di Bach (non il compositore, la cui musica tuttavia è davvero rilassante).
Insomma, stando all’articolo del quotidiano torinese, pare che le uniche soluzioni siano di carattere medico o officinale. Sorprende che, nel suggerire rimedi per ritrovare l’equilibrio quotidiano, non ci sia alcun cenno alla spiritualità, che pure – se non vogliamo ignorare l’evidenza – ha una parte significativa nel definire la nostra condizione.
Dato che non siamo composti solo da acqua e qualche grammo di sali minerali, e che la nostra vita non è solo un susseguirsi mirabilmente regolato di reazioni chimiche, ci permettiamo di segnalare che – anche per un ateo convinto – un sereno ritorno alla quotidianità non può prescindere da una condizione interiore pacificata.
La speranza è che ognuno di noi, quest’estate, abbia avuto il tempo di fare il punto sulla propria situazione, di comprendere a quale punto del proprio cammino spirituale si trova, di valutare quanto sia sano – o usurato – il suo rapporto con Dio e di nutrirlo – o, se del caso, di ristrutturarlo – nel modo più opportuno.
L’anno ricomincia con tutto lo stress cui siamo abituati, i ritmi forsennati, le incombenze da affrontare: per evitare di disperdere la carica positiva accumulata durante l’estate – oltre a quanto già suggerito dalla Stampa – sarà utile non trascurare di ricavarsi uno spazio per mantenere stabile il proprio equilibrio spirituale, ritrovando quotidianamente – con i nostri dieci, venti, trenta minuti di lettura e preghiera – la forza e la serenità per affrontare la giornata.
Ripartendo da questa buona abitudine non solo troveremo la giusta motivazione, ma potremo riprendere la nostra sfida alla quotidianità con nuovi spunti, progetti e impegni, vincendo la sgradevole sensazione di vivere un’esistenza insapore.
Pubblicato il 30 agosto, 2010, in Uncategorized con tag Abitudine, ansia, condizione, consigli, decompressione, dieta, diffusione, digestione, Dio, disagio, emicranie, Erba, fiori di Bach, giornata, Gruppo Sanitario Policlinico, impegni, inquinamento, intestino, italiano, lettori, lettura, look, mal di gola, medicina, Monza, moto, new age, passeggiate, Preghiera, progetti, rapporto, regole, rientro, rimedi, ritmi, sali minerali, sfida, sindrome, speranza, spiritualità, spunti, statistica, stress, trauma, tristezza, trucco, uniforme, vestiti. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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