Archivio mensile:settembre 2016

Tra sogni e sacrifici

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È ricominciata la scuola per 7.816.408 studenti. «Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilità», annuncia il ministro Giannini nel messaggio a studenti e docenti, sfide mirate a «fare della scuola il vero motore del cambiamento».

Forse, più che pensare al cambiamento, sarebbe utile riportare a scuola i principi ormai dimenticati sull’onda di pedagogie senza costrutto: valori come il rispetto per i compagni (e, se non suona troppo retrò, per i professori), l’educazione, l’impegno, la costanza. Tenere presente che le tecnologie sono uno strumento, mentre gli ideali sono il fine.

E la scuola non è solo socializzazione, inclusione, opportunità ma anche spirito di sacrificio. Se vogliamo studenti preparati – al lavoro e alla vita – e capaci di dare un futuro a questa società, presentare la scuola con i toni patinati di una meta turistica, quasi fosse un sogno lungo nove mesi dove l’importante è partecipare, non è decisamente la soluzione migliore.

Un uomo saggio come Qoelet, già tremila anni fa, ricordava che lo studio “è una fatica per il corpo” e, anche se non è garanzia di successo, “la saggezza vale più della forza” (ma anche “più delle grida”, aggiungeva profetico, quando l’era dei talk show era di là da venire).

Insomma: oggi come allora, in ogni campo, la scelta è tra sogni e solide realtà.

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Un uomo perbene

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Trent’anni fa, il 15 settembre 1986, Enzo Tortora venne assolto con formula piena dalle infamanti accuse che lo avevano perseguitato per oltre tre anni, accuse infondate ma sufficienti, per i giudici, a portarlo alla sbarra. Per tre anni Tortora, da cittadino innocente, dovette subire il trauma del carcere e l’onta della gogna mediatica. Fino a quando, il 15 settembre di trent’anni fa, da uomo perbene (formula scelta, non a caso, come titolo di un film sulla sua inquietante vicenda) uscì a testa alta dall’incubo di un processo surreale.
La vicenda lasciò il segno sulle sue condizioni di salute (sarebbe morto di tumore due anni più tardi) ma anche nel ricordo di un dramma che era riuscito a superare, diceva, anche grazie a tanta «cara buona gente che mi ha offerto quello che poteva, per esempio ha pregato per me, e questo non lo dimenticherò mai».

Vale la pena di ricordarlo, come fa Avvenire, per ricordare tutti coloro che, nel loro piccolo o su larga scala, subiscono ingiustamente vessazioni, ingiurie, torti a causa della superficialità, della malvagità, dell’ingiustizia. Ricordando, con Fra Cristoforo di fronte a Don Rodrigo, che “verrà il giorno”. E non vorremmo, quel giorno, essere nei panni di chi dovrà rendere conto della propria miseria morale.

Guida alla settimana – 3/9/2016

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Com’è andata la settimana?
Breve percorso ragionato
tra fede, valori, morale

«Le acque escono tumultuose dal letto del fiume e tutto travolgono: ma un giorno esse torneranno placate nel loro alveo e ritornerà a splendere il sole. E se, alla fine, voi avrete perso ogni cosa, sarete ancora ricchi se non avrete perso la fede in Dio. Ma chi avrà dubitato della bontà e della giustizia di Dio sarà povero e miserabile anche se avrà salvato ogni sua cosa»: le celebri parole messe in bocca a Don Camillo da Giovanni Guareschi hanno risuonato durante i funerali di Stato per le vittime del sisma. A farle proprie il vescovo D’Ercole, che le ha citate nel suo intervento (per gli estimatori: l’originale, dal film Il ritorno di don Camillo, è qui). Leggi il resto di questa voce

La battaglia della fertilità

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È battaglia sul Fertility day, iniziativa voluta dal ministro Lorenzin e contestata da più parti quando la notizia ha (con calma, va detto) raggiunto l’attenzione dei commentatori da social.

Incoraggiare alla procreazione? Se il ministro continua a difendere la sua scelta, i detrattori più radicali contestano che lo Stato non debba intromettersi nella sfera privata delle persone, mentre i critici più concilianti ritengono che, se si ritiene necessario sostenere la procreazione, vada fatto in termini meno semplicistici. Leggi il resto di questa voce