Tra sogni e sacrifici
È ricominciata la scuola per 7.816.408 studenti. «Sarà un anno di sfide importanti e grandi responsabilità», annuncia il ministro Giannini nel messaggio a studenti e docenti, sfide mirate a «fare della scuola il vero motore del cambiamento».
Forse, più che pensare al cambiamento, sarebbe utile riportare a scuola i principi ormai dimenticati sull’onda di pedagogie senza costrutto: valori come il rispetto per i compagni (e, se non suona troppo retrò, per i professori), l’educazione, l’impegno, la costanza. Tenere presente che le tecnologie sono uno strumento, mentre gli ideali sono il fine.
E la scuola non è solo socializzazione, inclusione, opportunità ma anche spirito di sacrificio. Se vogliamo studenti preparati – al lavoro e alla vita – e capaci di dare un futuro a questa società, presentare la scuola con i toni patinati di una meta turistica, quasi fosse un sogno lungo nove mesi dove l’importante è partecipare, non è decisamente la soluzione migliore.
Un uomo saggio come Qoelet, già tremila anni fa, ricordava che lo studio “è una fatica per il corpo” e, anche se non è garanzia di successo, “la saggezza vale più della forza” (ma anche “più delle grida”, aggiungeva profetico, quando l’era dei talk show era di là da venire).
Insomma: oggi come allora, in ogni campo, la scelta è tra sogni e solide realtà.
Pubblicato il 15 settembre, 2016 su editoriali. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.
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