Religioni e svarioni
Il premio per lo svarione dell’anno, con un guizzo sul filo di lana, se lo aggiudica nientemeno che l’ambasciatore Sergio Romano, opinionista di punta del Corriere, che martedì scorso, nella pagina delle lettere, alla domanda di una lettrice sull’espressione “religioni del libro” da lui utilizzata, spiega la questione in una maniera così spiazzante che merita di venire riproposta integralmente. Romano – o chi per lui, beninteso – risponde così:
Il tratto comune delle tre grandi religioni monoteiste è l’esistenza, per ciascuna di esse, di un libro che contiene le verità rivelate e i precetti del Signore. Per gli ebrei è la Bibbia con particolare riferimento all’Antico Testamento; per i cristiani è il Nuovo Testamento (ma molti protestanti leggono anche l’Antico Testamento); per i musulmani è il Corano. Esistono anche altri libri fra cui la Torah per gli ebrei, gli Atti deli apostoli per i cristiani, gli Hadith (detti autentici del Profeta) per i musulmani.
Nemmeno Brunello Robertetti, con le sue esilaranti liriche, era mai arrivato a tanto.
Pubblicato il 31 dicembre, 2016 su media&fede. Aggiungi ai preferiti il collegamento . 1 Commento.
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