Archivio mensile:febbraio 2017
Il sonno del Corriere
Dopo l’indimenticabile intervento di Sergio Romano a fine dicembre sui “popoli del libro”, il Corriere incorre in un nuovo svarione teologico. Parlando di riposo notturno, Elvira Serra cita papa Bergoglio e il suo sonno sereno. «Certo, nella serenità di Bergoglio – scrive Elvira Serra – conta l’effetto Spirito Santo, che un non cattolico può essere piuttosto restio ad accogliere». Leggi il resto di questa voce
L’illusione della semplicità
«Vietato morire, con Che sia benedetta della Mannoia, è la canzone perfetta come certe vite vissute fino in fondo, con la passione e la fantasia degli artisti che rischiano e che hanno ancora tanto da dire», sintetizzava domenica scorsa Massimiliano Castellani su Avvenire. Eppure nessuna delle due ha trionfato. Le cinque giornate di Sanremo si sono concluse con un colpo di scena, la vittoria di Gabbani con un brano orecchiabile e ironico che ha fatto arricciare il naso ai più. In realtà “Occidentali’s karma” è meno leggero di quanto si potrebbe credere: i versi sono tessere di un mosaico mirato a descrivere le contraddizioni dell’uomo tecnologico, che – parafrasando la licenza darwiniana – nella sostanza non è cambiato poi molto nel corso dei millenni. Per dirla con l’autore: «tento di capire la morale, la cultura dell’uomo occidentale e dove porta quello che sta seminando l’occidente». Leggi il resto di questa voce
Il valore della moderazione
L’ultima polemica sul sindaco di Roma, che un giornale ha omaggiato con un titolo ritenuto da molti offensivo, ha dato l’opportunità di riflettere sullo stato dell’arte nel dibattito pubblico. Perché «se questi sono i titoli – spiega l’avvocato Giulia Bongiorno – e se la tv è fatta spesso di risse, dove la moderazione non è un valore, non ci possiamo meravigliare che espressioni volgari e violente si diffondano sui social con effetti, appunto, pericolosi». Leggi il resto di questa voce
Benedetto Sanremo
Si conclude stasera la 67.ma edizione del Festival di Sanremo: finora abbiamo assistito a un festival garbato, condotto da Carlo Conti e Maria De Filippi senza scossoni o scandali particolari. Si è discusso, questo sì, della giornalista Diletta Leotta che ha parlato di privacy violata con un abito forse poco appropriato rispetto al messaggio. Polemiche maschiliste, si è detto; forse però, al netto dei soliti luoghi comuni sui fronti opposti (a chi, come Caterina Balivo, si è chiesta in un tweet se sia efficace parlare di violazione della privacy allargando lo spacco della gonna, in molti hanno giustamente obiettato che non si possono mettere sullo stesso piano una foto rubata e un vestito scelto liberamente), la questione non riguarda la buoncostume ma solo il buonsenso: «se una giornalista – rilevano due colleghe, donne, sul Corriere – andasse a moderare un convegno con addosso un elmo da vichingo si dovrebbe stupire se il pubblico più che ascoltarla fosse concentrato sulle corna che ha in testa?». Leggi il resto di questa voce
Il Giorno del ricordo
Nelle famiglie istriane, fiumane e dalmate l’addio alla propria terra natale è sempre stato un convitato di pietra: presenza silenziosa nei ricordi, nei discorsi, nei sospiri. L’esodo dalle terre orientali fa parte di mille storie familiari, tutte diverse e tutte uguali. Per questo anche chi – per questioni anagrafiche – non l’ha vissuto in prima persona, ne ha assorbito l’essenza e non può non comprendere la portata del dramma, tanto più adesso che i testimoni diretti ci stanno abbandonando.
Oggi, 10 febbraio, è il Giorno del ricordo. Un ricordo doveroso. Doveroso verso una storia celata con imbarazzo per troppi anni. Ma, soprattutto, doveroso verso tutti coloro che con dignità ebbero il coraggio di lasciare tutto – Dio solo sa con quanta sofferenza – e di ricominciare da profughi in Patria, di incamminarsi verso un futuro incerto sotto lo stigma di una propaganda ostile, di rimboccarsi le maniche e reinventarsi per garantire nonostante tutto un futuro ai propri figli.
Silenziosamente, con i loro valori e il loro coraggio, ci hanno dato un esempio di vita. Oggi il mio ricordo, e il mio ringraziamento, va a tutti loro.