Vaccini e prospettive

Accompagnate da una copertura mediatica degna della visita della Regina sono arrivate in Italia le prime dosi del vaccino anti-covid: poco meno di diecimila fiale, una spedizione simbolica – una prova generale, secondo Il Foglio – ma fortemente voluta per dare un segnale di speranza in vista del nuovo anno e di unità di intenti tra i Paesi UE (una sintonia guastata da Slovacchia e Ungheria, che senza particolari motivi hanno deciso di anticipare di un giorno le prime somministrazioni).

Anticipando tutte le possibili contestazioni è il caso di precisare che no, il preparato non contiene microchip, non potenzia il segnale 5G, non l’ha prodotto Bill Gates.

Il vaccino è arrivato in Italia il 25 dicembre, una data che ha colpito l’immaginario. «Giorno più simbolico del Natale – scrive Aldo Grasso sul Corriere – non poteva esserci: l’incarnazione della rinascita e della speranza; il trionfo della luce sulle tenebre. Ma sarebbe un errore imperdonabile considerare il vaccino come l’attesa di un evento salvifico. L’inverno del nostro sconcerto è ancora lungo». Proprio in considerazione di questo, Aldo Grasso invita il governo a un passo di responsabilità: «agire significa operare oggi per domani, fare i conti con quella che un tempo si chiamava coscienza… Il vero lockdown è quello del senso di responsabilità, individuale e collettivo».


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Pubblicato il 4 gennaio, 2021 su guida alla settimana. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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