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Abbracci e responsabilità
«Baci e abbracci in culla contro il futuro stress: le coccole di mamma fanno adulti più forti. L’affetto materno è un’arma fondamentale per divenire adulti capaci di resistere alle tensioni quotidiane, più sicuri di sé, meno ansiosi e ostili», scrive La Repubblica.
Una paziente ricerca finlandese «ha selezionato 482 bebè e li ha seguiti nella crescita fino all’età di 34 anni. Gli psicologi hanno valutato il grado di affettività e di attaccamento materno quando il piccolo aveva solo otto mesi. Poi, a distanza di anni, con questionari ad hoc, hanno misurato il livello di sicuri e forti, capaci di vincere gli stress della vita. Tali soggetti mostrano livelli di ansia e ostilità fino a sette punti inferiori a quelli mostrati dai loro coetanei le cui mamme non hanno instaurato coi figli ancora in fasce un legame altrettanto affettuoso. L’affetto materno, dunque, è un’ottima risorsa per crescere pronti ad affrontare la vita».
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Consigli per la crescita
Se la manualistica educativa ha ampi riscontri di vendite e i decaloghi mantengono il loro fascino da migliaia di anni, si può prevedere un grande successo “Decalogo per genitori italiani”, l’ultima uscita dedicata a una categoria, quella dei genitori, sempre più confusa e incerta.
La letteratura di settore è controversa: prima ci hanno insegnato che i figli andavano educati in maniera rigida, poi ci hanno detto che no, che andavano lasciati liberi di fare quel che vogliono; qualcuno, a corollario, ha preteso di veder crescere una generazione di orfani virtuali, dove il genitore era un amico da chiamare per nome, ma i risultati deludenti hanno suggerito di rivalutare un approccio fermo: in assenza di una parola definitiva, per decenni ci si è barcamenati tra i due estremi.
Gli esperti di turno, ora, propongono un decalogo sobrio e, tutto sommato, condivisibile.
1. non pretendere da un figlio maschio meno di quanto pretendi da una figlia femmina.
Vero: a forza di servire e riverire, spesso ci ritroviamo di fronte ai classici bamboccioni che non sanno lavare i piatti o rassettare il letto.
Però, per par condicio, la norma andrebbe interpretata in maniera bidirezionale: non pretendere da una figlia femmina meno di quanto pretendi da un figlio maschio. Già oggi non sono pochi i casi di ragazze in età da marito incapaci di tenere in mano un ferro da stiro. Se poi sanno anche riparare una lampadina o montare una ruota di scorta, meglio: faranno contenti i paladini della parità. E anche i mariti.
2. non permettere che tuo figlio tenga dei comportamenti che disapprovi quando messi in atto dai figli degli altri.
Comportamento odioso, oltre che diseducativo: pretendere dagli altri bambini un comportamento adulto, e permettere al proprio di fare i capricci. I bambini non sono stupidi. Né quelli degli altri, né i nostri.
3. sii disponibile quando tuo figlio ti cerca, ma aiutalo solo quando non puà farcela senza di te.
In due parole: presenti ma discreti. Non fate i suoi compiti, e non rispondete quando le sue domande nascono dalla pigrizia di non voler aprire il dizionario.
4. allena tuo figlio a un rapporto responsabile con il denaro.
Evitiamo tre errori: dargli tutto quello che vuole, fargli credere che tutto si possa comprare, e dall’altro lato instillargli un senso del risparmio che rischi di sconfinare nell’idolatria.
5. avvicina tuo figlio ai libri e al piacere della lettura.
Fargli trovare in giro per la casa libri adatti è un’idea, ma il metodo migliore resta l’esempio. E qui, forse, prima di educare i nostri figli dovremmo educare noi stessi.
6. diventa alleato degli insegnanti nell’istruzione di tuo figlio.
È la soluzione migliore: giustificare il pargolo di fronte ai docenti lo porta a una sensazione di onnipotenza che, in seguito, non sconterà solo lui.
Certo, potrà capitare che in questa prospettiva talvolta il ragazzo si ritrovi a subire un’ingiustizia: gli insegnanti sono esseri umani. L’importante è comprendere che non si tratta di un dramma planetario: semmai lo aiuterà a formare gli anticorpi a una situazione che, nella vita, vedrà fin troppo spesso.
7. lo sport è importante per crescere, ma saper perdere è la prima cosa da imparare.
Ditelo ai genitori che, dagli spalti dei campetti di provincia, urlano insulti all’arbitro, dando una lezione desolante ai giovanissimi che, in campo, vorrebbero solo divertirsi.
8. tratta tuo figlio maggiorenne da adulto.
Bisogna rassegnarsi: crescono, prima o poi. Rallentare il percorso non giova a loro, e nemmeno a noi.
9. non idealizzare il destino di tuo figlio e credi nel suo futuro.
Non dargli false illusioni: non hanno mai fatto bene, e sono ancora meno salutari in tempi di recessione.
Non caricarlo di aspettative esagerate: il futuro è il suo, e solo marginalmente il tuo. Sii sobrio per insegnargli a essere sobrio.
10. dai un fratello, se possibile, al tuo figlio “unico”.
Naturalmente qui entrano in gioco variabili che non sempre si possono prevedere. Però se possibile, quando possibile, per molti versi un fratello cambia l’approccio alla vita.
Soprattutto, come chiosa Deborah Compagnoni, «i bambini sono persone; non sono una tua copia, né quel qualcosa che tu non sei». E forse, a ben guardare, è proprio questa la chiave per cimentarsi al meglio nell’impegnativo ruolo di genitori.
Una Bibbia per Britney
«Una punizione d’altri tempi per la cantante Britney Spears. La regina del pop dovrà leggere la Bibbia per almeno un’ora al giorno, al fine di rinsaldare i propri traballanti principi morali. La “condanna”, scrive il Daily Mail, le è stata imposta dal padre Jamie, che cura anche gli interessi economici della turbolenta cantante».
Pare che il padre Jamie abbia fissato per Britney «una serie di rigide regole di comportamento ad evitare che prenda una delle solite sbandate nel corso del suo ciclo di esibizioni, il tour “Circus Starring Britney Spears”».
Così «la obbliga a leggere la Bibbia per almeno un’ora prima di andare in scena», oltre ad averle vietato l’accesso al web.
Non vogliamo giudicare la decisione del padre, anche se dobbiamo rilevare che Britney continua a dare prova di un comportamento non proprio cristiano.
Naturalmente la lettura della Bibbia non dovrebbe essere una punizione ma un privilegio. Non va però escluso che, anche da una lettura incoraggiata, possa partire un cambiamento positivo.
Possiamo discutere sull’opportunità del provvedimento, ma certo non possiamo biasimare il padre per aver provato a cambiare la figlia. D’altronde, dopo averla vista coinvolta in una girandola di vicende non troppo felici tra divorzi, cause di affidamento dei figli, frequentazioni poco raccomandabili, dipendenze assortite, recuperi e ricadute, il signor Spears deve aver deciso di riprendere in mano la situazione per evitare che Britney arrivi a un punto di non ritorno.
Forse, nel tornare a fare il padre fuori tempo massimo, sarà stato mosso dalla consapevolezza di un fallimento educativo: in fondo la qualità di un genitore si valuta anche (o soprattutto?) per quel che il figlio diventa da adulto, quando ti lascia per altri lidi e magari rifiuta altri consigli da parte tua. Naturalmente le variabili sono molte, ma al momento dell’emancipazione si misura anche la qualità di un’educazione. Perché nuotare in mare aperto è ben diverso dall’esercitarsi in piscina con un istruttore pronto a riportarti a galla.
Dopo aver lasciato e quasi rinnegato la famiglia, Britney Spears è rimasta a galla decisamente poco. Naturalmente non è colpa sempre e solo dei genitori, anche se è sintomatico che la sorella di Britney, anche lei attrice, sia rimasta incinta ad appena 16 anni.
Non sappiamo se il signor Jamie sia stato un padre permissivo o rigido, né se abbia permesso a malincuore alla figlia di diventare la star di Disney Channel o se sia stato per lui un motivo di orgoglio (come tante mamme che spingono le figlie nel mondo dello spettacolo).
A dire il vero non sappiamo nemmeno quale sia la sua condizione spirituale. Sappiamo solo che sua figlia, nei momenti di lucidità, ha fatto spesso riferimento a valori cristiani («grazie per le vostre preghiere», aveva scritto ai suoi fan uscendo da una delle tante crisi) che rimanderebbero a un’educazione di stampo evangelico.
Sia come sia, nel tentare di riportare la figlia in carreggiata il signor Spears ha fatto una scelta estrema, ma forse l’unica che poteva fare in una situazione così drammatica: farla ripartire da capo. O meglio, dalla Bibbia.
Speriamo che funzioni.