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Consigli di lettura – 7
Pubblicato da pj
La settimana di consigli letterari è cominciata con Tra i giusti (Marsilio), indagine sull’Olocausto in Africa. A realizzarla e darne resoconto in un libro è stato Robert Satloff, esperto in politica dei paesi arabi e islamici, che ha lavorato per quattro anni per ricostruire le storie, rintracciare i superstiti in giro per l’Europa e il nord Africa, visitare i resti dei famigerati campi di lavoro africani.
Con dovizia di particolari e ampi riferimenti alle fonti Satloff racconta una storia praticamente inedita, che – com’è avvenuto anche in Europa – ha visto coinvolte le popolazioni locali, in particolare gli arabi, nel bene e nel male: c’è il bene di gesti toccanti e umani, e c’è il male del collaborazionismo, ma non solo: Satloff classifica come “male” anche quell’indifferenza che ha caratterizzato molti di fronte a un’ingiustizia intuibile.
Abbiamo poi virato verso il Settecento per un classico di John Wesley, pubblicato da una collaborazione tra Claudiana ed Edizioni GBU. Si tratta di La perfezione cristiana e ripropone in italiano – a distanza di 118 anni dalla prima pubblicazione nella nostra lingua – A plain account of Christian Perfection, datato 1765. Interessante anche la decisione di mantenere la traduzione originale di oltre un secolo fa, con adattamenti a cura dello studioso Massimo Rubboli che, tra l’altro, nell’introduzione contestualizza il messaggio di Wesley: scopriamo così che il predicatore inglese già in altri scritti aveva affrontato il tema della perfezione cristiana e la mise al centro del suo impegno personale fin dal 1725, 40 anni prima della redazione di questo volume. Il libro è quindi un vero compendio dei suoi studi, delle discussioni, delle convinzioni maturate da lui, esperienza dopo esperienza, sull’importante tema.
Storia contemporanea, invece, per l’ultimo lavoro – uscito postumo – di Ryszard Kapuscinski, Nel turbine della storia (Feltrinelli): una riflessione globale di un giornalista di lungo corso, autore dagli anni Ottanta e Novanta di numerosi resoconti dai luoghi “caldi” del pianeta e di sottili analisi sulla situazione geopolitica dei luoghi e del pianeta nel suo complesso. Nel volume Kapuscinski analizza la situazione nelle singole aree continentali, le tendenze globali e i possibili scenari futuri.
Un quadro d’insieme tra passato e presente che, per quanto resti “senza conclusioni” – perché, come ricorda l’autore, “nessuno può dire con sicurezza in che modo andranno a finire le cose” – è un documento, uno strumento di riflessione, uno stimolo ad affrontare il mondo nella sua globalità imparando a guardare oltre il proprio giardino.
L’etica del lavoro è invece il tema di Controcorrente: la mia storia di cristiano e di manager (Città nuova) di Giuseppe Sbardella: l’autore riassume il senso del suo impegno spirituale, sociale, lavorativo come professionista cristiano; in poco più di duecento pagine, affronta temi su cui tutti, probabilmente, ci siamo interrogati almeno una volta: tra questi il rapporto tra fare e apparire, il “sapersi vendere”, il rapporto tra collaborazione e competizione, l’amicizia sul posto di lavoro, l’opportunità del lavoro domenicale, le soluzioni alla “tirannia del cellulare aziendale”, le relazioni con altre culture, il rapporto tra lavoro e preghiera, ossia la visibilità cristiana in azienda.
Tutto questo nell’ambito di un percorso professionale che si fa anche percorso di vita, e che ha permesso a Sbardella di arrivare alla pensione senza limitarsi a essere un buon lavoratore, ma offrendo qualcosa di più: il suo risultato non è stato solo economico ma ha arricchito l’azienda anche sul versante umano.
Chiudiamo con un classico della letteratura latina, L’arte di saper parlare, ossia il celebre Orator di Marco Tullio Cicerone (Newton Compton), proposto con testo latino a fronte nella traduzione di Mario Scaffidi Abbate.
Il volume viene considerato un’opera fondamentale nella storia dell’eloquenza, e affronta temi che, fino a quel momento, non erano stati codificati e che ancora oggi, se ci si fa caso, hanno una loro importanza negli oratori pubblici. Cicerone per primo riconosce nel ritmo una componente fondamentale, e per questo studia e fissa una legge che determina la combinazione delle parole più opportune alla cadenza del discorso.
A margine delle illuminanti note di Cicerone, è interessante leggere anche l’introduzione di Mario Scaffidi Abbate, docente di letteratura italiana e linguista: i numerosi esempi biblici portati dallo studioso sul potere della parola dovrebbe convincerci una volta di più su quanto sia importante saperla usare al meglio.
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