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Le responsabilità della libertà
Pubblicato da pj
Ormai era nell’aria e, nonostante le contestazioni dell’ultimo minuto e le manovre di qualche pio illuso, non poteva che finire così: il Sinodo valdese, riunito a Torre Pellice, ha votato sì al riconoscimento della benedizione per le coppie gay.
Una decisione che un gruppetto minoritario aveva tentato di evitare nelle ultime settimane, con un appello pubblico al Sinodo affinché ritrovasse la fedeltà alla secolare Confessione di fede valdese e, per quanto possa sembrare scontato, al vangelo, evitando decisioni destinate ad allontanare i valdesi dalle altre realtà evangeliche.
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Vacanze connesse
Pubblicato da pj
Cambiano le abitudini estive degli italiani: se una volta per scegliere una località di vacanza si valutavano servizi legati all’accoglienza o alle bellezze naturali (panorami da cartolina, acqua limpida in cui tuffarsi, spiagge pulite), oggi ci si preoccupa di verificare che l’albergo, e magari anche la spiaggia, siano coperti dalla rete wi fi, per restare connessi.
E non sono solo i giovanissimi a richiedere la possibilità di collegarsi a Internet: «il 79% delle persone comprese nella fascia d’età tra i 45 e i 55 anni – scrive Mirella Serri sulla Stampa – ritiene questa caratteristica un elemento essenziale nell’orientare la propria scelta per un hotel o per un casale».
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Albergare angeli
Pubblicato da pj
Forse la signora Antonietta Curcio non lo sa, ma dietro al suo gesto – raccontato dal Corriere – c’è qualcosa di biblico.
60 anni, salernitana di origine ma da quarant’anni albergatrice a Rimini, da quattro anni, nella settimana più fredda dell’anno, la signora riserva il suo hotel ai bisognosi: barboni, senzatetto, ragazze madri. Trentatré camere tutte per loro, colazione a buffet e personale inclusi.
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La storia che passa
Pubblicato da pj
Un vecchietto trasandato cammina sotto la pioggia sulle strade di Long Branch, in New Jersey. Agli occhi di chi lo vede il suo atteggiamento è “strano” – pare che negli USA, ormai, tutti siano sospetti – e per questo chiama la polizia.
Arriva una giovane agente, gli chiede i documenti ma l’uomo non li ha, anche se si identifica senza difficoltà: «Sono Bob Dylan», deve aver detto, o qualcosa di simile.
Niente da fare: l’agente lo carica in auto e lo accompagna al suo albergo, dove «quello che credeva solo un “vecchio eccentrico” era davvero Bob Dylan».
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