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La legge dell’amore
Europa quotidiano riprende la notizia sul sostegno, promesso dai leader evangelici americani, alla riforma dell’immigrazione lanciata dal presidente Obama.
La prospettiva della testata è critica: dal favore degli evangelici alla nuova legge desume che «Gli ispanici diventano territorio di conquista per le chiese evangeliche americane. A giustificare la richiesta – concede Europa quotidiano – ci sono argomenti morali – la difesa dei diritti dell’immigrato, legale o clandestino – ma anche la volontà esplicità di fare proselitismo tra i latinoamericani».
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La “cosa giusta” che ci manca
«Come mai in Italia l’espressione “fare la cosa giusta“, di tutte quelle importate dagli Stati Uniti, è l’unica che non ha avuto alcun successo, o almeno non è entrata nella lingua parlata?», si chiede Filippo La Porta oggi sul Corriere.
Mentre Obama ha rilanciato la formula proprio di recente citando Lincoln, e nonostante da noi un film l’abbia introdotta nel linguaggio parlato già nel 1989, questa «locuzione dal sapore evangelico-coscienziale molto diffusa oltreoceano» non trova estimatori dalle nostre parti, al contrario di esclamazioni come “alla grande!” o frasi fruste come “fare la differenza”.
Pillole di tenerezza
Negli Stati Uniti spopolano i “Cuddle Parties”, feste a base di coccole: una dozzina di persone pagano tra i 20 e i 40 dollari per incontrarsi e scambiarsi tenerezze. Al bando la passione e le cattive intenzioni: i partecipanti desiderano dare e ricevere solo affetto.
«E’ un’idea carina ma nasconde un sistema fuorviante – spiega la sessuologa Francesca Romana Tiberi – e può avere solo un effetto placebo. Il sollievo è transitorio, un po’ come se si prendesse un ansiolitico, e una volta passato il momento ci si sente ancora più soli».
Insomma: cercare affetto puntando su formule anomale è solo una conseguenza di un approccio sbagliato ma diffuso, e gli americani – al solito – hanno semplicemente monetizzato la tendenza. Però rende bene l’idea dell’epoca disperata che stiamo vivendo.
Sorprese nostrane
I giornali oggi danno spazio all’ultimo scoop su Sarah Palin, candidata vicepresidente con John Mc Cain, che tre anni fa nella chiesa pentecostale della sua città era stata benedetta dal suo pastore con una preghiera dedicata al suo impegno politico.
«Noi chiediamo, salvala da Satana, mostrale il cammino, Dio. Porta finanze alla sua campagna in nome di Gesù. Usala per invertire la rotta di questa nazione»: così, secondo Il Giornale, avrebbe pregato Thomas Muthee (che la testata definisce “vescovo”), pastore delle Assemblies of God di Wasilla (Alaska), ripreso in un video amatoriale e finito su Youtube (ovviamente in un momento topico della campagna elettorale).
Sia il Corriere che il Giornale aggiungono testualmente che «il video è destinato a riaprire la polemica sull’affiliazione di Palin alla controversa chiesa pentecostale [secondo Il Giornale, “pentacostale”], che crede nel “battesimo nello Spirito Santo” che si può manifestare nel “parlare in lingue”, nella capacità profetica e di guarigione».
C’è da chiedersi quale sia la fonte, sicuramente comune, che ha ispirato il commento dei due illuminati giornali, e se questa fonte conosca davvero la realtà americana: negli Stati Uniti gli evangelici pentecostali – escludendo qualche immancabile esagerazione – non danno infatti il destro per particolari critiche, al pari delle altre realtà evangeliche.
La sorpresa – o peggio, la “polemica” – relativa al “parlare in lingue”, alle “profezie” e al “dono di guarigione”, non sembra quindi per niente americana. Anzi, suona fin troppo italiana.