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Dietro ai principi
Il caso di Abano Terme ormai lo conoscono tutti: una mamma italofinlandese si è opposta alla presenza di crocifissi nella scuola frequentata dai figli, ottenendo soddisfazione da parte della Corte europea per i diritti dell’uomo.
Meno nota è la vicenda di un insegnante di Vallio Terme (Brescia), che nel lontano 1991 ebbe da ridire sui simboli presenti nelle aule della scuola elementare, sollevando una vibrata reazione degli altri insegnanti e dei genitori.
Islamicamente scorretto
Siamo convinti che l’islam sia una cosa seria. Davvero: l’islam è una religione plurisecolare con le sue regole, le sue interpretazioni, le sue sette, le sue correnti, e (purtroppo) i suoi estremismi. Questo non significa, naturalmente, condividerne il messaggio: significa semplicemente rispettare chi ci vive vicino e ha una cultura, una religione, una sensibilità diversa dalla nostra.
Per questo ci siamo stupiti. Abbiamo visto ridicolizzare l’islam da parte di un suo autorevole esponente. Gheddafi, a Roma, ha voluto spiegare i dettami di Maometto a un gruppo di persone: persone selezionate per sesso, misure e aspetto fisico. Dovevano essere di bell’aspetto, alte almeno un metro e 75 centimetri, portare la taglia 42. Sul piano metodologico non c’è niente di strano, conoscendo le bizzarrie di un personaggio cui è concesso per convenzione di fare il bello e il cattivo tempo.