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Rimedi per il rientro

E rieccoci alla sindrome da rientro: un italiano su dieci soffrirebbe della tristezza post-vacanza, tanto da ritrovarsi a scontare per qualche settimana emicranie, ansia, mal di gola, difficoltà a digerire, disturbi intestinali.

La Stampa, per venire incontro alle esigenze dei lettori (il dieci per cento, se la statistica citata poco fa è corretta: non pochi, quindi), dedica una pagina ai possibili rimedi: spiccano i consigli del Gruppo Sanitario Policlinico di Monza, che – evidentemente commosso dalla diffusione del disagio – ha stilato «sette regole di auto-aiuto che vanno dalla dieta (frutta, verdura, acqua e addio pizza), al look (“vestite casual i primi giorni, per non avere subito il trauma dell’uniforme giacca-e-cravatta”), dal moto (passeggiate, bicicletta), al piccolo trucco di tornare in città un po’ prima per fare decompressione».
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Passione quanto basta

La Stampa ci spiega che si può impazzire, letteralmente, per Internet: l’uso della rete può trasformarsi da dipendenza a patologia.

Ci sono «11 manifestazioni di incipiente follia» elaborate dagli esperti: «Giorno dopo giorno si passa sempre più tempo online, in un crescendo innaturale. L’umore non è quello solito, ma gli attacchi di rabbia diventano standard. Addio affetti e amici: li si trascura per stare incollati al pc. Non c’è attività capace di emozionare che non sia una di quelle provenienti dal Web… Si mente spudoratamente sul numero dei clic con cui si guarda il video preferito. “Navigare” diventa la scusa per mettere in secondo piano i compiti scolastici o le responsabilità di lavoro. Il pensiero corre sempre alle tentazioni del cybermondo, anche quando ci si dovrebbe concentrare su altro. Cresce il macigno dei sensi di colpa, perfino la vergogna, quando si è online e non si riesce a smettere. Si dorme sempre meno, perché la notte si tramuta nel momento magico delle evasioni internettiane.».

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