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La parola giusta
«L’Argentina, la cui popolazione cattolica è stimata al 91 per cento, è diventata questa mattina all’alba il primo paese dell’America latina ad autorizzare i matrimoni omosessuali in seguito a un voto storico al Senato trasmesso in diretta tv», scrive Repubblica.
Il quotidiano cita poi il capogruppo al Senato dei radicali all’opposizione, Gerardo Morales, secondo cui “La società argentina è cambiata: ci sono dei nuovi modelli famigliari”, considerazione che ha portato ad approvare “questa legge… pensata per tutelare i diritti delle minoranze“.
Benvenuti in paradiso
Le dispute sul paradiso, finora, riguardavano le religioni, i guru, i teologi, al massimo qualche pensoso letterato. I dibattiti riguardavano questioni annose (chi ci entrerà?) e temi concreti (ci annoieremo?), a volte utili, in altri casi oziosi, ma comunque frutto di un’esigenza personale, intima, diretta: capire.
Che a contendersi il paradiso fossero due aziende e non due religioni, però, non era ancora accaduto: a colmare la poco significativa mancanza sono state la Lavazza e la Nespresso, aziende concentrate nello stesso settore merceologico (il caffè) e quindi direttamente concorrenti.
Dovrebbe essere scontato
«I mafiosi e coloro che fanno parte della criminalità organizzata sono automaticamente esclusi dalla Chiesa cattolica: “Non c’è bisogno – ha detto monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei – di comminare esplicite scomuniche perché chi vive nelle organizzazioni criminali è fuori dalla comunione anche se si ammanta di religiosità“».
La conferenza episcopale italiana, nella sua sessantesima assemblea generale, ha aperto un capitolo interessante, toccando un tema annoso: cosa comporta il fatto di essere cristiani?
Gelati e leggende
Anche la Bibbia ha le sue leggende metropolitane: costruite di solito da lettori distratti, si sviluppano su equivoci o sui classici “sentito dire” non verificati. Alcune di queste leggende sono avvalorate da autorevoli opere artistiche – tra le più innocue c’è la caduta di Saulo da cavallo, dettaglio che la Bibbia non specifica -, altre sono basate sui numerosi lapsus pulpiti su cui siti e libri hanno costruito le loro fortune.
Una delle leggende più curiose riguarda l’origine del gelato, che varie fonti accreditano come biblica.
Il percorso di Eli Stone
Tra i nuovi serial tv di cui i critici televisivi hanno parlato in questi mesi, ha avuto poco spazio un telefilm la cui prima serie si è conclusa ieri, Eli Stone.
Si tratta di un serial che si poteva scoprire solo per caso – da un po’ di tempo le emittenti non brillano per la capacità di promozione delle serialità e per il rispetto degli appassionati che le seguono – ma che man mano mi ha incuriosito, e non solo per la trama.
Trasmesso da Italia Uno al martedì sera, racconta le vicende di un rampante avvocato trentacinquenne, Eli Stone appunto, socio di un autorevole studio legale di San Francisco.
Panorama immoto
Panorama dedica il suo servizio di primo piano a “Come cambia l’Italia che prega”: Paola Ciccioli analizza i nuovi culti con una panoramica che parte dai musulmani, passa per gli ebrei, i copti, gli indù, gli ortodossi e gli evangelici. O meglio, i “pentecostali evangelici”, come vengono definiti: «… in un altro punto della città gli evangelici distribuiscono ai fedeli più indigenti sacchetti bianchi con le provviste raccolte nei supermercati dal Banco alimentare. La loro funzione, con musica, cori, «Gesù, nome al di sopra di ogni altro nome», abbracci e lacrime da trasporto mistico, è guidata dal pastore Roselen Boerner Faccio, brasiliana che dai tre seguaci del 1994 ha portato la Chiesa pentecostale evangelica milanese a 400 convinti praticanti».
È sicuramente apprezzabile che un settimanale di rilievo come Panorama dedichi spazio anche alla realtà evangelica, e di questo bisogna ringraziare l’impegno del Ministero Sabaoth, che è stato capace di guadagnarsi (e guadagnare all’ambiente) una ampia visibilità.
Viene però da chiedersi come mai i principali media, dal Corriere a Panorama, non riescano a scrollarsi di dosso la pigrizia intellettuale di un equivoco, e continuino a confondere una comunità con un intero movimento. Che può essere rappresentativo della realtà evangelica, ma non la inaugura né la conclude.
Gli evangelici – pentecostali e non – sono presenti a Milano da più di un secolo: decine di chiese, missioni, oltre a coordinamenti, strutture formative e umanitarie, case discografiche e studi di registrazione, professionisti noti e meno noti, mass media.
Per scoprirlo basterebbe aprire un elenco telefonico. O anche solo un semplice click.
Uscite a rischio
Gen 14
Pubblicato da pj
Ha fatto discutere, giovedì scorso, il commento di Nicola Legrottaglie sul conflitto mediorientale: il calciatore – evangelico – della Juventus ha dichiarato «Sapevo già che sarebbe successo, è una profezia della Bibbia. Il popolo di Israele era quello prediletto da Dio. Ma non l’ha riconosciuto e ora ne sta pagando le conseguenze».
Immancabile il vespaio di polemiche che ne è seguito, tanto da richiedere una precisazione da parte dell’atleta in una lettera pubblicata sullo stesso giornale il giorno dopo: «non era mia intenzione utilizzare la Bibbia per giustificare il conflitto in corso», ha spiegato Legrottaglie, precisando che «Lo Stato di Israele è un Paese che rispetto e che mi auguro possa trovare la pace».
Come ha affermato un giornalista di Radio24, “mettendola così, si giustifica tutto”: Israele non ha “riconosciuto Dio”, e quindi si è addossato tutti i mali di cui ha sofferto in questi ultimi due millenni.
Non ci addentriamo nella contesa: sulla questione si sono affrontati generazioni di storici e teologi ebrei, cristiani e laici, e non sarà certo un post di poche righe a dirimere la questione, con tutti i rischi che si corrono a generalizzare o a trarre conclusioni affrettate.
Ecco, appunto: ci sono temi di cui dovrebbero parlare gli esperti. Non i calciatori, e nemmeno i credenti, se non hanno competenze specifiche in materia. Naturalmente esiste la libertà di espressione, ma è necessario essere consapevoli che, avvalendosene, si corre il rischio di vedere il proprio pensiero frainteso, equivocato, distorto.
Con un pericolo ulteriore: le parole espresse nel momento, nel posto o nel modo sbagliato rischiano di compromettere quel che di buono si è detto, fatto, dimostrato fino a quel momento.
In questi mesi i giornali hanno testimoniato interesse e restituito una buona impressione per il cambiamento di Legrottaglie sul piano umano, morale, spirituale; la sua conversione ha fatto notizia, e il suo messaggio sull’importanza di rivolgersi a Gesù facendone il proprio salvatore ha avuto una risonanza notevole.
Nonostante questi risvolti positivi, non ci stupiremmo se da oggi Legrottaglie venisse ricordato per questa infelice uscita – che, alle orecchie di un pubblico distratto, può suonare addirittura antiebraica – più che per le belle dichiarazioni di fede date in precedenza. E non ci stupiremmo nemmeno se qualche malevolo (non sono pochi) cogliesse l’occasione per generalizzare: “gli evangelici, quelli che…”.
Sarebbe triste se una frase detta a cuor leggero si trasformasse in un pesante autogol.
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Tag: Bibbia, calciatore, commenti, conflitti, conversione, credenti, cristiani, Dio, distrazione, ebrei, equivoci, esperti, evangelici, frainetsi, giornalista, giustificazioni, Israele, Juventus, laici, mali, messaggio, Morale, Nicola Legrottaglie, pace, Paese, polemiche, spirituale