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La crisi del volontariato
L’altruismo sta morendo. A segnalarlo è Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita Magazine, che in un intervento sul Corriere della Sera lamenta un dato preoccupante: negli ultimi tre anni il numero di coloro che si dedicano al volontariato è diminuito del 10%.
Un crollo che si spiega con l’assenza di una politica adeguata da parte delle autorità preposte, una linea capace di valorizzare l’impegno di chi dedica il suo tempo ai bisognosi, incoraggiando altri a seguirne l’esempio. Ma non solo.
Quelle Porte aperte sul dramma
Una volta all’anno, il convegno di Porte Aperte fa bene.
Fa bene, perché è organizzato bene: abbastanza denso da dare informazioni precise sulla condizione dei cristiani perseguitati, ma sufficientemente leggero da permettere l’interazione tra i presenti (quest’anno a Rimini erano oltre trecento: meno dello scorso anno, ma comunque un numero ragguardevole in tempi di crisi) e la riflessione sul nostro ruolo di cristiani occidentali, privilegiati da una condizione di libertà e da diritti impensabili fuori dal nostro continente.
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… si può dire “Pasqua”?
C’è chi si pregia di non celebrare le feste, ed evita accuratamente ogni sorta di messaggio augurale, ostentando con i malcapitati interlocutori un soddisfatto “io non festeggio”.
C’è chi, invece, non si crea problemi, e passa le giornate di festa con i familiari, di fronte a decine di portate, perdendo di vista le ragioni della festa, ma senza sentirsi in colpa perché “tutto è puro per i puri”.
C’è, a dire il vero, anche chi festeggia ricordando il significato della celebrazione, magari ripercorrendo le parti dei vangeli che raccontano i fatti rievocati nel periodo e ringraziando Dio per il suo intervento: si tratta di una minoranza, ma è bello sapere che qualcuno la vede anche così.
Non siamo qui per emettere giudizi di conformità: speriamo solo che ognuno abbia valutato il proprio comportamento attraverso una lettura onesta e organica di quel che dice la Bibbia.
Non ci stupisce, dicevamo, chi festeggia o non festeggia. Ci stupisce, semmai, chi si astiene dal festeggiare cristianamente la pasqua, ma poi diffonde messaggi di auguri per il nuovo anno, per i compleanni, per altre ricorrenze. Non che sia sbagliato, beninteso: ma è una questione di coerenza.
Per quanto mi riguarda, nella libertà cristiana, estendo a tutti gli amici di biblicamente la speranza e l’augurio (nell’accezione migliore del termine, per carità) di una buona pasqua: che sia un’occasione per rinnovare la nostra gratitudine verso Dio, nell’autentico ricordo di Gesù Cristo, morto al posto nostro e risorto per donare la vita a tutti coloro che ripongono la loro speranza in lui.
Si può dare di più
I Salwen sono una classica famiglia americana, di quelle che i film hanno reso un simbolo degli Stati Uniti: padre, madre, due figli (ovviamente maschio e femmina), una villa comoda con quattro stanze e altrettanti bagni, e poi il giardinetto, un’auto confortevole e tutto il resto.
In questo resto era compresa anche una vita da buoni cristiani, di quelle che noi dovremmo guardare sentendoci inadeguati: facevano beneficenza, il padre organizzava aste di abiti usati per raccogliere fondi da dare ai poveri, i figli svolgevano ore di volontariato (da noi, invece, se un figlio si propone di dedicare tempo ai bisognosi, perfino il cristiano più maturo è tentato di replicare: “cosa ci guadagni?”. Segno che la cultura materialistica forse è un problema più marcato di quanto vorremmo credere).
Insomma, come sopra: la classica famiglia americana. Fino a quando una domanda ha attraversato la loro mente e (soprattutto) la loro vita.
Domeniche diverse
Non è stata il successo sperato, la domenica senz’auto indetta domenica con lo scopo di abbassare il livello di smog in Pianura Padana.
Un’iniziativa sfortunata: partita con l’idea di coinvolgere centinaia di comuni da Torino a Trieste, si è ridotta a uno stop adottato da un numero di municipalità molto limitato (e anche in quel caso con un ampio numero di deroghe), tanto da rendere inefficace la misura.
Rispetto per i vivi
I familiari di una docente atea, deceduta presso una struttura sanitaria padovana, «hanno protestato – scrive il Gazzettino – per la “minaccia” del cappellano che intendeva benedire la salma nonostante l’opposizione della figlia».
La defunta era una docente universitaria 75.enne che da quattro mesi era ricoverata come terminale; dopo essersi «spenta in serenità – denunciano i parenti – un sacerdote voleva entrare in stanza e quando la figlia si è opposta è stata insultata, il sacerdote ha detto che quella era casa sua, che lì faceva quello che voleva e che sarebbe ripassato dopo quando i parenti fossero andati via».
Speriamo vivamente che i termini del confronto siano stati in realtà meno concitati di quanto raccontato dai parenti, ma se i fatti corrispondono almeno in minima parte al vero è necessaria una riflessione.
Uomo, l'ultima frontiera
Ci risiamo: i giornali oggi danno spazio ed evidenza a un annuncio (fanta)scientifico che arriva dall’Inghilterra, secondo il quale l’uomo starebbe per diventare inutile perfino ai fini della procreazione.
A quanto pare non ci è bastato. Per tre generazioni abbiamo tentato di stravolgere la società, e ci siamo ritrovati a rimpiangere quella che, a ragion veduta, era una formula efficace: da innovare, evidentemente, ma non da buttare.
Uomo, l’ultima frontiera
Ci risiamo: i giornali oggi danno spazio ed evidenza a un annuncio (fanta)scientifico che arriva dall’Inghilterra, secondo il quale l’uomo starebbe per diventare inutile perfino ai fini della procreazione.
A quanto pare non ci è bastato. Per tre generazioni abbiamo tentato di stravolgere la società, e ci siamo ritrovati a rimpiangere quella che, a ragion veduta, era una formula efficace: da innovare, evidentemente, ma non da buttare.