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Giochi pericolosi

24 milioni di italiani, il 43% della popolazione dai 4 anni in su, si diletta con i videogiochi. O meglio, con l’evoluzione di quelli che una volta erano i videogames, e che oggi – potenza della tecnologia – costituiscono un’esperienza di un’intensità molto diversa da quella che si poteva provare, appena vent’anni fa, quando ci si sfidava tra i pixel sgranati di un Atari, un Commodore 64 o un Ibm.

Giocare, oggi, significa vivere un’esistenza virtuale interagendo in contemporanea con decine di persone presenti in qualsiasi parte del mondo; e se per chi gioca è un divertimento totalizzante, chi si limita a guardare la sfida ritrova sullo schermo la piacevolezza di un film con una trama che si dipana in tempo reale.

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Vecchiaia, il concetto proibito

In un mondo che vuole cancellare i segni dell’età, cresce il numero degli over 65 che si ribellano e proclamano: “Vogliamo invecchiare in pace“. Ne parla Panorama, che con un articolo di Stefania Berbenni sfata un tabù: la vecchiaia non è una disgrazia, ma una condizione da vivere al meglio accettando i segni del tempo senza troppi patemi.

Gli over 65, che rappresentano il 20% della popolazione italiana, sono stati privati del potere “di essere vecchi, di mostrarsi con la loro identità anagrafica, dentro e fuori“, ed emerge sempre più spesso l’insofferenza verso “la dittatura dell’apparire giovani, contro la mistica dell’essere in forma, contro l’ingannevole bluff al tavolo da gioco del tempo”.

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Un sos da Duisburg

Una manifestazione oceanica. Un milione e mezzo di persone, cinque volte più di quanto le strutture potessero reggere. Un’organizzazione inadeguata, affiancata da forze dell’ordine impreparate. Un momento di panico in un tunnel che fa paura a vederlo vuoto, figurarsi pieno. La strage è scaturita da queste premesse: venti giovani sono rimasti a terra, quattrocento hanno dovuto ricevere cure mediche.

La festa, con cinismo e realismo, è stata fatta continuare per evitare guai peggiori. Solo in seguito la cruda realtà è potuta irrompere nella vita di ragazzi giunti da mezza Europa per dimenticare il resto, ubriacati dal ritmo ossessivo della musica techno. E la festa si è tramutata in smarrimento, sgomento, tragedia.
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La crisi del volontariato

L’altruismo sta morendo. A segnalarlo è Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita Magazine, che in un intervento sul Corriere della Sera lamenta un dato preoccupante: negli ultimi tre anni il numero di coloro che si dedicano al volontariato è diminuito del 10%.

Un crollo che si spiega con l’assenza di una politica adeguata da parte delle autorità preposte, una linea capace di valorizzare l’impegno di chi dedica il suo tempo ai bisognosi, incoraggiando altri a seguirne l’esempio. Ma non solo.

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Distributori di illusioni

Ha ragione chi dice che il distributore automatico di profilattici non è la soluzione ai problemi dei giovani. Semmai una pezza che però, come spesso capita in questi casi, rischia di venir vista come un incoraggiamento verso una condotta che, si vuole far credere, è comune alla stragrande maggioranza dei giovani e quindi – per un sillogismo bacato – è automaticamente “giusta” per i tempi in cui viviamo.

Sbaglia, dunque, chi incoraggia la libertà di costumi: basterebbe uno sguardo responsabile sulle statistiche per farsene un’idea. O, magari, basterebbe guardare in faccia questi giovani che crescono troppo in fretta perdendosi il meglio dell’infanzia, dell’adolescenza e – temiamo – dell’età adulta.

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Coraggio alla Giannini

Era una vita che non sentivamo parlare dei gemelli Giannini: anzi, probabilmente i più giovani non avranno notizia di quei sei pargoli nati nel 1980 e diventati subito oggetto di interesse da parte dei media, in quello che potremmo definire il prototipo della cronaca-reality. I sei gemelli Giannini – Letizia, Roberto, Linda, Francesco, Fabrizio, Giorgio – insieme alla mamma Rosanna esondavano dalle copertine dei periodici e dai servizi che i programmi tv riservavano a questa strana famiglia, mettendoci al corrente di cambi di pannolini, primi passi, compleanni e immortalandoli perfino in uno spot televisivo (per un detersivo, ovviamente).

A un certo punto, evidentemente, la morbosità dei media si è concentrata su altri obiettivi, lasciando mamma e figli a crescere nell’oblio di una vita normale. Beninteso, per quanto possa essere normale una casa che tra genitori, figli e nonni raggiungeva la decina di unità, sballando ogni media sui nuclei familiari di Bibbiena.

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Rick Warren è sbarcato in Europa

Ieri, giovedì 3 dicembre, sul Foglio è uscito un mio articolo di analisi sul fenomeno Warren; il contributo inaugura la mia collaborazione con il quotidiano di Giuliano Ferrara. Ve lo ripropongo qui, e resto in attesa dei vostri commenti.

IL PASTORE CHE HA BENEDETTO LA PRESIDENZA OBAMA È SBARCATO IN EUROPA

Il grande pubblico ha scoperto Rick Warren il 20 gennaio scorso, quando davanti a Capitol Hill ha innalzato la tradizionale preghiera di benedizione per l’insediamento di Barack Obama: la paciosa e rassicurante sagoma del pastore che trent’anni fa ha fondato in California la Saddleback Church di Lake Forest rappresenta un cambiamento di forma e di sostanza che non è sfuggito agli esperti.

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Tra soldi e messaggio

«L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro, non sulla fortuna. E invece qui tra Gratta e vinci, Superenalotto e la proposta di aprire case da gioco negli hotel di lusso sembra l’esatto contrario».

Detto dal sindaco di Sanremo, città che ospita uno dei quattro casinò italiani e che gode di parte dei suoi proventi (il 10% del bilancio municipale deriva proprio dalle tasche dei giocatori), potrebbe sembrar una manovra tesa a favorire i casinò rispetto alle altre forme di gioco d’azzardo: e invece il sindaco ha sorpreso tutti con una proposta decisamente controcorrente.
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Un disperato bisogno di ascolto

I dati raccolti da Telefono Azzurro dicono che pericoli e maltrattamenti sui minori continuano purtroppo con intollerabile frequenza.

Negli ultimi anni però si è profilato un cambio di prospettiva: oltre ai rischi che provengono dagli sconosciuti è aumentato il numero di casi in cui le malsane attenzioni nascano all’interno della cerchia familiare: genitori, ma anche insegnanti, amici di famiglia (titolo decisamente poco azzeccato), parenti, vicini, guide spirituali. Un quadro desolante cui Telefono Azzurro risponde come può, ma che apre uno squarcio su un mondo diverso da quello che vedono molti di noi.
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