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Uomini e profeti (nel deserto)
Sergio Romano, corsivista del Corriere della Sera e titolare della rubrica delle lettere, risponde oggi alla mail di un lettore: «In una conferenza stampa congiunta tra l’Alleanza evangelica italiana e i Radicali – segnala Matteo Clemente – sono state rese note le presenze sui telegiornali nazionali delle confessioni religiose nel periodo tra gennaio 2009 e aprile 2010. Tg1, Tg2 e Tg3 hanno dato più del 95% del tempo a esponenti cattolico-romani […] Sulle informazioni religiose tutti i tg senza eccezioni sfiorano il 100% a favore della sola religione cattolica. È un Paese democratico quello che imbavaglia l’informazione religiosa e non rende conto del pluralismo religioso?».
Romano risponde con la consueta pacatezza rilevando che simili dati «in un Paese pressoché interamente cattolico e sede della Chiesa romana mi paiono piuttosto prevedibili e scontati». «Le segnalo comunque – continua l’ex ambasciatore – che esiste una trasmissione molto ecumenica, intelligente, informata ed equilibrata. Si chiama “Uomini e profeti” e va in onda sul terzo canale di Radio Rai il sabato e la domenica mattina».
La fede di Enzo Jannacci
Sulla fede di Enzo Jannacci avevamo già avuto modo di riflettere qualche mese fa, e già in quell’occasione eravamo rimasti piacevolmente sorpresi sulla sua sensibilità per la figura di Gesù.
Ora, in un’intervista ad Avvenire, il medico cantautore parla a tutto campo delle origini e degli sviluppi della sua ricerca spirituale: scrive Paolo Viana, che lo ha intervistato, che Jannacci «A settantaquattro anni è un uomo che parla con Cristo, che lo cerca ogni giorno, perché – ci dice – ne ha “un gran bisogno”», e se «non ha ritrovato la fede» è «semplicemente perché non l’ha mai perduta: “Credo molto in Dio, ci parlo e non sono mai stato ateo“».
Ricominciamo da qui
Apr 30
Pubblicato da pj
Ho ripescato un interessante commento di Aldo Grasso, pubblicato in seguito alla polemica sulla celebre puntata di Annozero dedicata alle carenze nei soccorsi dopo il sisma in Abruzzo.
Scrive tra l’altro Grasso: «Le critiche (non le speculazioni politiche) fatte alla trasmissione di Santoro della settimana scorsa non riguardavano la libertà di informazione o il bilanciamento delle opinioni; no, riguardavano qualità giornalistiche e umane che non possono essere oggetto di trattative o di provvedimenti o d’insegnamenti: la sensibilità, l’opportunità (da non confondersi con l’opportunismo), il buon gusto. Quelle, o ce l’hai o non ce l’hai. Dice l’Ecclesiaste: “C’è un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per piangere e un tempo per ridere”».
Sensibilità, opportunità, buon gusto. Non formano una professionalità, ma la caratterizzano. Non determinano il fine, ma indicano il mezzo. Non si possono insegnare (se non in parte), ma sono indispensabili. E non per il lavoro: per vivere in una società civile.
Ricominciamo da qui, da quell’etica che per molti è diventata un soprammobile, da quella deontologia seguita alla lettera ma svuotata di contenuto.
Ricominciamo da qui, tutti: giornalisti e architetti, insegnanti e giudici, medici e politici, imprenditori e dipendenti.
Ricominciamo da quelle indicazioni semplici di Giovanni Battista.
La folla lo interrogava, dicendo: «Allora, che dobbiamo fare?». Egli rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne faccia parte a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche degli esattori per essere battezzati e gli dissero: «Maestro, che dobbiamo fare?» Ed egli rispose loro: «Non riscuotete nulla di più di quello che vi è ordinato».
Lo interrogarono pure dei soldati, dicendo: «E noi, che dobbiamo fare?» Ed egli a loro: «Non fate estorsioni, non opprimete nessuno con vessazioni, e accontentatevi della vostra paga».
Così semplice da rasentare la banalità. Semplice, ma impegnativo: richiama il credente al senso di responsabilità, alla coerenza tra quel che si predica alla domenica mattina e ciò che si pratica nel resto della settimana.
Per questo più di qualche cristiano, alle impegnative parole del Battista, preferisce altre, più comode, citazioni.
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