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La missione impossibile del nonno-vigile

In tutte le città del nostro paese, da settembre a giugno, gli attraversamenti pedonali davanti alle scuole si popolano di una categoria visibile e poco rumorosa: i “nonni vigile”. Si tratta, normalmente, di pensionati che si mettono a disposizione della collettività e ogni mattina, con la loro pettorina catarifrangente e la paletta da vigili, fanno strada ai ragazzi che devono attraversare la strada, fermando nel contempo le auto di passaggio.

Un ruolo bistrattato: gratuito, poco apprezzato e, talvolta, bersaglio addirittura di insulti, perfino da parte di quei genitori che dovrebbero ringraziare queste persone per il loro impegno.
Un compito sempre più ingrato quello dei nonni vigile, tanto che a Pordenone, qualche mese fa, è emersa una tendenza preoccupante: a causa della maleducazione dei genitori, alcuni nonni vigile hanno rassegnato le dimissioni.
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Il predicatore della A3

Istruttiva, come spesso accade, la puntata di “La Storia siamo noi” sulla Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada infinita, interessante specchio del nostro paese tra ritardi, incapacità, approssimazione.

Tra le tante vicende umane raccontate – protezione civile e carri attrezzi sempre presenti sul percorso, autisti inviperiti, code pazienti – compare anche “un predicatore evangelico”, che – spiega il servizio «ha individuato la Salerno-Reggio Calabria, vista la sua altissima densità umana, come luogo ideale per diffondere la parola del Signore».

Si ferma su una delle piazzole di sosta con il suo furgone bianco caratterizzato sui lati dalle scritte “Solo Gesù salva” e “Gesù è la via, la verità e la vita” e aspetta: «Quando mi fermo in qualche area di servizio ognuno fa una domanda, e io gli do la risposta. Sono uno che crede in Gesù Cristo, e ho fede in lui; il Signore ci ha dato anche il compito di distribuire la sua Parola», spiega l’anonimo e bonario evangelizzatore, che poi riassume in breve la sua esperienza di fede davanti alla telecamera. E, parlando di un’autostrada in costruzione, non può non concludere con una battuta: «ci saranno sempre interruzioni» sulle strade, dato che «vanno sempre allargate; ma se parliamo delle strade, a noi interessa una unica strada: Gesù».

Niente da dire: ruspante ma efficace.