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La parola giusta
«L’Argentina, la cui popolazione cattolica è stimata al 91 per cento, è diventata questa mattina all’alba il primo paese dell’America latina ad autorizzare i matrimoni omosessuali in seguito a un voto storico al Senato trasmesso in diretta tv», scrive Repubblica.
Il quotidiano cita poi il capogruppo al Senato dei radicali all’opposizione, Gerardo Morales, secondo cui “La società argentina è cambiata: ci sono dei nuovi modelli famigliari”, considerazione che ha portato ad approvare “questa legge… pensata per tutelare i diritti delle minoranze“.
Presenze luminose
“Turisti senza bon ton“: di questo si lamentano i sindaci delle località turistiche, dalle città d’arte alle stazioni balneari. I primi cittadini, interpellati da un periodico, si rammaricano per l’abbigliamento succinto dei visitatori, gli schiamazzi notturni, l’abuso di alcol, e un senso di libertà che sfiora la mancanza di rispetto per i residenti (e, probabilmente, per gli altri villeggianti).
La storia si ripete ogni anno, e riguarda allo stesso modo gli stranieri in Italia e gli italiani all’estero: l’assenza di obblighi lavorativi (e, talora, familiari), la lontananza dalle abitudini e dalla consuetudine dei gesti quotidiani, l’ebbrezza del viaggio e della permanenza in una località mai vista prima è una miscela entusiasmante, ma che se non viene equilibrata nel modo giusto rischia di scatenare un circolo vizioso di esagerazioni. Con rischi per la salute, per la convivenza, e anche per la dignità.
Ricerche a tema
Focus riporta la notizia di una ricerca danese secondo la quale «Davanti al fascino di personalità carismatiche il nostro cervello sembra rinunciare a ogni forma di difesa».
Pare infatti che «alcune aree del cervello – parti della corteccia cingolata anteriore e prefrontale – responsabili del nostro scetticismo e sentimento di vigilanza… se persuase dalle parole di supposti guaritori o profeti… sembrano diventare meno attive».
Solitudine da denuncia
Una denuncia. Poi due, tre, sei. Diverse tra loro ma accomunate dallo stesso problema, un problema che le forze dell’ordine non possono risolvere. Succede in Friuli, ma probabilmente anche altrove: «nelle ultime due settimane – raccontano i Carabinieri al Gazzettino, che ha segnalato la questione – abbiamo avuto sei di questi episodi».
Capita infatti sempre più spesso che persone avanti negli anni raggiungano la caserma dei Carabinieri per sporgere denunce poco verosimili: «Mi hanno spinto, fatto cadere a terra e volevano rapinarmi», è stata la storia di un settantaseienne di Pozzuolo (UD). Ai militari non c’è voluto molto per comprendere che c’era poco di vero: l’abitazione risultava in ordine, l’anziano molto meno, con quel tasso alcolico così sospetto.
Sbagliata fino in fondo
«Ma cosa crede, che a sessant’anni cambio vita, cerco un lavoro e mi metto a pulire i gabinetti?»: non sono le parole di una contessa caduta in disgrazia o di un’operaia licenziata dopo decenni di onorato servizio, ma di una donna di mezza età arrestata a Milano per spaccio di sostanze stupefacenti.
Di lei sappiamo solo le iniziali, C.M.: il nome non è stato reso noto, per quel malinteso senso della privacy che porta le autorità a sottrarre al pubblico ludibrio anche i nomi degli evasori dalla bella vita.
La vita garbata di Raimondo Vianello
L’addio di un personaggio famoso porta con sé uno strascico di reazioni: dichiarazioni commosse, speciali televisivi, retrospettive e reminiscenze legate al suo impegno o alla sua carriera si susseguono per giorni, in misura direttamente proporzionale alla sua fama e alla sintonia con il pubblico.
La scomparsa di Raimondo Vianello non farà eccezione, ed è giusto così: un profluvio di parole e immagini ci racconterà di un personaggio diverso, di quelli che per stile e sobrietà si possono definire solamente come “d’altri tempi“.
Peso e misura
Le risse non si sa mai da chi cominciano, ma si sa come finiscono: male per tutti. Non fa eccezione l’episodio vissuto da un gruppo di avventori in un noto ristorante di Roma, che improvvisamente si sono ritrovati al centro di un parapiglia.
La dinamica, come da copione, è poco chiara. Unici dati certi: l’ingresso, a un certo punto della serata, di Guido Bertolaso. E il commento a voce alta, per qualcuno tonante, di una archistar impegnata, Massimiliano Fuksas. Che, stando alle testimonianze riportate dal Corriere, avrebbe commentato il passaggio del sottosegretario senza mezzi termini: «Dove deve sedere quel ladro, pezzo di m…».
Distrazione fatale
Ott 1
Pubblicato da pj
Due temi diversi, oggi, hanno stimolato due commenti molto simili nella sostanza da parte della Stampa e di Repubblica.
Sul quotidiano torinese Gramellini commentava l’allusione del senatore Ciarrapico sull’equazione ebreo=traditore, espressa nel suo intervento a Palazzo Madama: «Fino a quando – si chiede Gramellini – si continuerà a considerare un esercizio di folklore lo scempio dei valori con i quali siamo cresciuti, che credevamo condivisi? […] Non so voi, ma io non lo trovo divertente. E neppure innocuo. Qualcuno dirà che certa gente ha sempre pensato certe cose, senza trovare il coraggio di dirle. Ecco, vorrei tanto sapere chi glielo ha dato, adesso, quel coraggio. Forse ci siamo distratti un attimo. Per favore, non distraiamoci più».
In sintonia Michele Serra nella sua rubrica quotidiana su Repubblica: in merito alle parole del docente milanese che inneggiava alla Rupe Tarpea, fa il punto della situazione-volgarità: «Il punto è che,negli anni, sono saltati come vecchi tappi tutti o quasi gli argini che impedivano o sconsigliavano di scavalcare alcuni – almeno alcuni – argini. Convenzioni rispettate, forse ipocrite, forse solo ragionevoli, suggerivano di non varcare certe soglie verbali… Ha poi prevalso, lentamente ma inesorabilmente, l’idea che niente possa o debba essere rimosso e occultato. Schiodati dalle loro prigioni di profondità, sono emersi uno a uno gli istinti più asociali e aggressivi e “scorretti”» Con l’abbandono del buonismo (o, forse, anche della buona educazione?), «ogni fanatico ma anche ogni debole, e ogni rancoroso, si sente in diritto di esternare il suo male. Il “cattivismo” fa molte più vittime del “buonismo”».
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