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Natale alla cinese
La Cina è più vicina: in un impeto di cordialità (interessata) per l’occidente, da quest’anno nell’Impero di mezzo non sarà più proibito festeggiare il natale. Be’, forse “natale” è una parola grossa: si festeggerà il 25 dicembre (ma anche il 31), e a tale scopo nelle metropoli di Pechino, Shanghai e Shenzen sono stati allestiti 170 chilometri di luminarie, abbinati nella capitale a 15 mila abeti elettrici.
Il dettaglio – spiega Repubblica – è che il natale e il capodanno occidentale verranno festeggiati in un contesto decisamente laico, tanto che le due ricorrenze prenderanno il nome di “Festival del regalo”.
Il fattore costanza
“Dimagrire senza fatica? Ecco perché non serve”. Il Corriere fa strage di illusioni: «Oggi – scrive il quotidiano – vengono proposte molte soluzioni per dimagrire in fretta: pastiglie, preparati vari o diete che farebbero ritrovare la linea con poca (talvolta nessuna) fatica. Ma funzionano davvero? “Se si vuole dimagrire senza far nulla si è sulla strada sbagliata“, spiega Andrea Ghiselli, nutrizionista dell’Inran (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) di Roma».
D’accordo, è solo una conferma di cose che sapevamo già tutti, anche se ancora in molti si illudono che una pillola, una panciera, una dieta “a zona” possano dare al fisico la tonicità di un olimpionico. Invece per la fisica – e per il fisico – dal nulla non nasce nulla, e ogni risultato richiede uno sforzo.
Cristiani a cinque cerchi
Si è parlato poco di fede, durante queste Olimpiadi. Sarà perché si svolgono in un paese a libertà limitata, o forse perché gli inviati avevano di meglio da raccontare.
All’inizio delle competizioni abbiamo visto solo la testimonianza cristiana dell’italiano Pellielo, riportata peraltro senza troppo entusiasmo dalle testate nazionali; poi più nulla, anche se qualche spunto utile ci sarebbe stato: si sarebbe potuto indagare sui perché la divisa dello Zimbabwe riportasse in evidenza la dicitura “Faith”, fede; oppure sulle motivazioni della giamaicana che dopo la medaglia d’oro si è inginocchiata sulla pista in preghiera. Evidentemente è più comodo fare i provinciali e riferire le curiosità più banali della capitale cinese, con un atteggiamento da turista che torna dalle vacanze e vuole stupire gli amici.
Un sospiro di sollievo arriva da un allenatore coreano: si tratta di Kisik Lee ed è in forza alla nazionale statunitense di tiro con l’arco. Riferisce la Stampa che «non è solo l’allenatore della nazionale di arco Usa, ma anche e soprattutto una guida spirituale per i componenti della sua squadra e battezza i suoi atleti immergendoli nelle piscine. […] Durante i Giochi Olimpici di Pechino, Lee e almeno tre dei cinque arcieri che stanno partecipando alle Olimpiadi si danno appuntamento ogni mattina per cantare inni, leggere la Bibbia o partecipare alla messa [sic] nella chiesa del Villaggio Olimpico».
Sarebbe stato interessante sapere di più su questi battesimi “olimpici”, ma ci rendiamo conto che il servizio sui cormorani cinesi fosse più succulento di un servizio battesimale in un paese dove è vietato perfino importare una Bibbia.