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L’incubo del limite
Due notizie. Raccontano storie molto diverse, sono riferite da quotidiani diversi, risultano ambientate in località diverse, eppure sembrano collegate tra loro da un comune denominatore.
La prima vicenda si svolge nelle aule del tribunale di Salerno, dove un giudice ha stabilito con una sentenza la liceità della «diagnosi genetica pre-impianto e all’accesso alle tecniche di fecondazione assistita nei confronti di una coppia fertile, portatrice di una grave malattia ereditaria».
Il fattore costanza
“Dimagrire senza fatica? Ecco perché non serve”. Il Corriere fa strage di illusioni: «Oggi – scrive il quotidiano – vengono proposte molte soluzioni per dimagrire in fretta: pastiglie, preparati vari o diete che farebbero ritrovare la linea con poca (talvolta nessuna) fatica. Ma funzionano davvero? “Se si vuole dimagrire senza far nulla si è sulla strada sbagliata“, spiega Andrea Ghiselli, nutrizionista dell’Inran (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) di Roma».
D’accordo, è solo una conferma di cose che sapevamo già tutti, anche se ancora in molti si illudono che una pillola, una panciera, una dieta “a zona” possano dare al fisico la tonicità di un olimpionico. Invece per la fisica – e per il fisico – dal nulla non nasce nulla, e ogni risultato richiede uno sforzo.
Viale del tramonto
Alle cautele dell’Osservatore Romano sui test prenatali risponde sulla Stampa il ginecologo Silvio Viale, promotore in Italia della pillola abortiva.«È un diritto sacrosanto delle donne quello di avere un bambino sano».
Anche sorvolando sul “sacrosanto” – Viale sarà anche un esperto in materia, ma per giungere a insegnare il sacrosanto al Vaticano ci vuole decisamente molto coraggio… – sono interessanti le implicazioni che possiamo dedurre da questa affermazione.
Seguendo questa logica, infatti, una madre potrebbero rifiutare il proprio bambino non solo durante la gestazione, ma anche durante l’infanzia, in caso si manifesti qualche malattia più o meno grave: in fondo lei ha il diritto (sacrosanto) a un bambino sano, mica malato. Volendo andare più in là, potrebbe anche avere diritto a un figlio che le somigli, per non subire il trauma dei sorrisi maliziosi dei vicini di casa: vogliamo forse turbare la vita e pregiudicare la serenità futura di una cittadina che paga le tasse?
Per analogia il bambino dovrebbe avere il diritto a una madre sana: in caso contrario potrebbe rifiutarla (una volta raggiunta la maggiore età, si intende), o farle causa per una malattia ereditaria che sconterà senza colpe per tutta la vita. Se poi la madre dovesse ammalarsi, potrebbe disconoscerla anche in seguito: mica potrà perdere il suo tempo, sacrificando carriera e divertimento dietro a una lamentosa vecchina cui resta poco da vivere, vero?
Chissà se il discorso vale anche tra coniugi: in tal caso alle labili motivazioni che già permettono di interrompere un rapporto matrimoniale (“sei cambiato”, “non provo più quello che provavo”, “non ti amo più”, “non sei tu, sono io” e amenità similari) si potrà aggiungere anche un sereno “stai male, mentre io ti ho sposato che eri sano“, “la tua vita è destinata a finire, non vorrai sottopormi a un simile trauma”, “sai che ti amerò sempre, ma ora devo pensare al mio futuro“.
Sì, a dar retta ai luminari della scienza ci aspetta proprio un bel mondo. Un mondo dove dimenticare allegramente anticaglie come responsabilità, etica, solidarietà per vivere finalmente una vita libera, confortati dall’autorevole imprimatur della scienza.
Poco importa se ignorare le conseguenze delle proprie azioni sia una scelta miope e destinata a rivelarsi controproducente. Oggi è oggi, e domani si vedrà.
Mal che vada, basterà trovare un capro espiatorio.