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L’intolleranza ai tempi della crisi
Due giornalisti inglesi di origine asiatica si sono finti per otto settimane una coppia di immigrati pachistani in un sobborgo inglese: risultato, hanno subito oltre cinquanta aggressioni verbali e fisiche.
Il documentario realizzato per la BBC con il materiale raccolto (compresi i video registrati con una telecamera nascosta), significativamente si intitola “Hate on the doorstep”, odio sulla soglia di casa, e racconta un problema comune nelle periferie del Regno Unito.
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Il valore di una prospettiva
«Tutto può avere un prezzo, persino il sentirsi dire “ti amo”», spiegano gli autori di “Sei molto ricco, ma ancora non sai di esserlo”, volume uscito in questi giorni nel Regno Unito.
Come si calcola il valore della felicità? I due hanno preso in considerazione un migliaio di persone cui è stato chiesto di dare un punteggio a un particolare aspetto della vita (l’amore, la stabilità, i figli etc). Hanno poi agganciato questo calcolo “alla sensazione che si proverebbe nel vincere alla lotteria”, e hanno quindi trovato il presumibile valore di un momento piacevole, di una sensazione, di un rapporto.
Sul podio tre evergreen: salute, amore, stabilità. Infatti «Al primo posto, con un valore economico di circa 207mila euro, c’è la sensazione che proviamo quando ci viene detto che godiamo di buona salute e che non soffriamo di nessuna malattia. L’amore, in particolare il sentirsi dire “ti amo”, ha un valore stimabile in circa 188mila euro, e si piazza al secondo posto. Segue, a circa diecimila euro di distanza, la sensazione che si prova nel vivere una relazione stabile: poco più di 178mila euro».
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A contatto con la realtà
Duecento euro per i genitori modello: quelli che nutrono in maniera sana i loro pargoli, li vaccinano come si deve e li introducono al sano piacere della lettura. È la soluzione escogitata dal governo britannico per invertire la tendenza dopo l’infausta parentesi thatcheriana, che avrebbe rovinato un’intera generazione facendole smarrire nientemeno che la speranza.
Certo, da quando la Thatcher si è ritirata a vita privata sono passati quasi vent’anni, e dieci di questi li ha coperti il governo del predecessore di Brown stesso, ma si sa: quando un danno è fatto, mica è facile rimediare.
E così, bel belli, gli eroi laburisti – in piena crisi di consensi – si inventano un premio per i genitori. Niente di che, 200 euro all’anno, ossia 16 euro al mese: nemmeno quanto basta per la paghetta del pargolo. Che poi non si sa bene come verrà stabilito a chi assegnare il premio e a chi no: si valuterà il peso dei figli per verificare se siano stati nutriti bene? Si predisporrà un piccolo esame per vedere se leggono, quanto leggono, cosa leggono?
Qualcuno obietterà che la facile ironia è fuori luogo, perché questa decisione è un segno, il segno di un’attenzione ritrovata, di una strategia innovativa. Come quella che un paio di anni fa, con l’obiettivo di diminuire drasticamente le gravidanze delle adolescenti inglesi, finì per aumentarle: si era deciso di adottare sistemi illuminati, senza far leva su valori ridicoli come la moralità o concetti demodé come la fede. D’altronde in Gran Bretagna, oggi, sono più i musulmani dei cristiani praticanti, e questo la dice lunga sull’efficacia di considerare Dio come “uno dei tanti”.
Solo i nostalgici possono pensare che il passato fosse davvero migliore: regole, leggi e consuetudini venivano imposte talvolta senza logica, sempre senza elasticità, e la scarsa lungimiranza di una società arroccata a valori diventati semplici feticci ha portato a una inevitabile contestazione. Che però, una volta al potere, non è stata in grado di esprimere valori alternativi, e si è limitata a demolire la struttura per poi ricostruire qua e là senza una linea di fondo coerente, ignorando bellamente alcuni aspetti essenziali dell’esperienza umana.
Sì, perché l’uomo deve confrontarsi con un fastidio chiamato realtà. E attenzione, non si sta parlando di “normalità”, concetto ormai desueto più del buonsenso.
Parliamo di realtà. Una realtà che ci vede egoisti e tentati da ciò che è male. Questa realtà ci dice tra l’altro che non possiamo volare, vedere al buio, riprodurci senza un certo procedimento biologico. Ci dice anche che le strutture sociali hanno una loro logica: che va compresa e certamente innovata con il passare delle generazioni, ma senza dimenticare l’impianto di fondo, se non ci si vuole trovare a combattere contro l’essenza stessa della nostra umanità.
Rifiutare i cambiamenti per principio è anacronistico. Prendere decisioni senza tenere in considerazione la realtà, però, è folkloristico. Se la politica è una cosa seria, bisognerebbe tenerne conto.