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Se la guerra è finita
Il Magazine di questa settimana parla del cambio di rotta che ha caratterizzato il movimento evangelico USA in questi ultimi tempi: Ennio Caretto, nel descrivere la novità, conia la definizione di cristiani obamiani, che puntano “su clima, crisi e sanità per tutti”.
Naturalmente non perdono il loro nerbo i classici conservatori – su tutti l’inflessibile decano dei tele e radiopredicatori, James Dobson -, ma si avverte una nuova sensibilità, oltre che l’esigenza di cambiare e capire una realtà sempre più complessa, che si adatta meno che mai al consunto schema manicheo del confronto tra bene e male.
Consigli di lettura – 6
Anche questa settimana con i consigli per le letture estive proposti nel mio programma radiofonico giornaliero ho tentato di spaziare in maniera più ampia possibile.
Abbiamo cominciato con l’ultima fatica di Camillo Ruini, Rieducarsi al cristianesimo. Il tempo che stiamo vivendo (Mondadori): raccolta di tre recenti discorsi del cardinale incentrati sul ruolo sociale dell’uomo visto in tre prospettive diverse, dal rapporto tra teologia e cultura all’approccio didattico (“Uomo, cultura ed educazione in una nuova fase storica”), fino alla morale nella bioetica (“Quel bene umano a cui non possiamo rinunciare”). Problemi concreti, come ben sappiamo, con i quali ci dobbiamo confrontare sempre più spesso e sui quali spesso, a causa di messaggi contraddittori da parte della società e dei media, è difficile trovare una prospettiva responsabilmente cristiana.
Abbiamo parlato poi di etologia con La bella zoologia di Danilo Mainardi (Cairo editore): l’autore è professore di Ecologia comportamentale all’università Ca’ Foscari di Venezia e – soprattutto – è innamorato del suo mestiere. Nel libro divide in quattro parti le sue ricerche e le sue scoperte: comincia raccontando l’intelligenza degli animali, per poi passare a “storie e ritratti”, “evoluzione e adattamenti”, concludendo con osservazioni “intorno all’uomo” e al suo rapporto con le specie animali. Decine di capitoli tra scoperte e curiosità che rendono davvero una “bella zoologia” quella proposta dall’autore, che – al di là di qualche conclusione personale – ci conferma ancora una volta quanto sia perfetto ogni dettaglio del creato.
Un salto nel passato con un classico della produzione editoriale evangelica: da qualche tempo è di nuovo disponibile Ma il vangelo non dice così. Esposizione delle differenze tra la Chiesa cattolica romana e il vangelo, del pastore valdese Roberto Nisbet. Un volume che ha accompagnato più generazioni ed era sparito dagli scaffali, forse nell’ottica di una prospettiva edulcorata dell’ecumenismo. Si tratta di un vademecum composto da una serie di risposte evangeliche alle domande più comuni sulle differenze tra le due realtà, cattolica ed evangelica (o del cattolicesimo rispetto al vangelo, secondo il titolo); le domande e risposte sono divise in diciotto capitoli che partono dal concetto di chiesa e toccano, tra gli altri argomenti, l’autorità del testo biblico, il papato, la messa, il culto di Maria e dei santi, il purgatorio.
Nel corso degli anni il dialogo ha assunto altri toni rispetto all’epoca in cui il volume è uscito per la prima volta, eppure il testo di Nisbet risulta utile ancora oggi: non tanto per un confronto all’ultimo versetto con gli amici cattolici, né per “convincere” gli interlocutori. Serve al lettore evangelico per comprendere, chiarire, farsi un quadro sul proprio credo. Perché solo dalla consapevolezza della propria posizione può nascere un sereno e proficuo confronto con gli altri.
Da Nisbet a Daniel Maguerat per un libretto agile e interessante: Paolo di Tarso. Un uomo alle prese con Dio (Claudiana). Daniel Marguerat, professore di teologia neotestamentaria a Losanna, definisce l’apostolo delle genti come “L’enfant terrible del cristianesimo”, e nel suo scritto mette subito in guardia contro un’interpretazione basata su filtri deformanti o sulla tentazione di ignorarlo. Anzi: a un certo punto, in barba a chi vede Paolo come un personaggio misogino, lo definirà “più progressista di quanto si creda”.
Ultimo testo della settimana, Libere chiese in libero stato. Memoria in favore della libertà dei culti (Edizioni GBU) di Alexandre Vinet, libro recentemente pubblicato anche in italiano a 180 anni dalla sua prima edizione e salutato con soddisfazione anche sulle colonne del Corriere della Sera. L’autore è Alexandre Vinet, pastore e studioso evangelico vissuto in Svizzera nella prima metà dell’Ottocento, e nel 1826 pubblicò “Libere chiese in libero stato”, sull’importanza della separazione tra Stato e chiesa. Se la frase non vi suona probabilmente nuova è perché uno dei fondatori dell’Italia unitaria, Camillo Benso conte di Cavour, insistette sulla necessità di dividere le sfere d’azione di stato e chiesa, e viene ricordato sui libri di storia con la frase “Libera Chiesa in libero Stato” a sintetizzare questo concetto. Concetto che, pare, sia stato ispirato a Cavour proprio dagli scritti del pastore Vinet.
Gli estremi dei consigli di lettura sono nello Spazio libri
La politica del paradosso
Geniale, il sindaco di una cittadina in provincia di Vercelli. Riferisce la Stampa che «chi si sposerà nel comune di Varallo… riceverà in regalo un “manuale pratico di separazione e divorzio”, Il curioso dono nuziale è frutto della creatività del primo cittadino del Comune piemontese, Gianluca Buonanno. “L’obiettivo – spiega il sindaco – è fornire ai futuri sposi tutte le informazioni utili nell’eventualità, non auspicata, ma purtroppo sempre più frequente, di una separazione».
Va detto che il sindaco «non è nuovo a trovate estrose, sulle pagine dei giornali erano già finite altre “imprese” estive, come il “sindaco spazzino” e il “deputato a domicilio”».
E, bontà sua, «forse per mettere le mani avanti rispetto a eventuali polemiche, Buonanno spiega che il suo provvedimento altro non è che “un modo semplice, ma efficace, per far capire che il matrimonio è una cosa seria”».
Geniale, dicevamo. Per far capire che il matrimonio è una cosa seria, cosa si inventa il sindaco? Un corso prematrimoniale civile, come hanno fatto con successo alcuni sui colleghi (di centrosinistra, tra l’altro)? Un discorso spiazzante nell’ambito della cerimonia nuziale, come il parroco del film “Casomai”? Un libretto-ricordo dove segnare anno dopo anno i momenti topici della vita familiare, come si usa fare in alcuni comuni? O magari un rito che sancisca in maniera significativa, oltre allo scambio delle fedi e alle classiche firme, l’impegno matrimoniale?
Ma no, ci mancherebbe: un sindaco che si è già distinto per le sue doti di spazzino e che ha parificato il ruolo di parlamentare a quello di piazzista a domicilio non poteva essere così banale.
E quindi, via: un bel manuale per la separazione e il divorzio da regalare agli sposi al momento del “sì”. Ma sia chiaro, mica per agevolare da subito intenzioni poco raccomandabili: anzi, per “far capire che il matrimonio è una cosa seria”.
Consolidare il matrimonio regalando le istruzioni per farlo fallire senza troppi disagi burocratici. La speranza è che sia solo una provocazione, ma non ne siamo così certi.
Per questo tremiamo pensando a quali potranno essere le prossime iniziative legate all’estro del sindaco. Chissà se, dopo il manuale per il divorzio facile donato agli sposi, si inventerà un manuale sulle onoranze funebri da donare ai neo papà all’atto dell’iscrizione del pargolo all’anagrafe.
Certo, spiegherà poi il sindaco di fronte alle polemiche, mica è per augurare loro di morire giovani: però si sa che è meglio essere pronti, dato che la morte è una spiacevole eventualità in cui si imbattono molti.
A scanso di equivoci: Gianluca Buonanno non milita in qualche partito della diaspora comunista, non gioca ai girotondi, non è un discepolo markusiano, non teorizza la fine dei valori. È un parlamentare della Lega nord.
Segno che non è mai il caso di fermarsi ai luoghi comuni.