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Sorriso amaro

L’esperienza ci insegna che il sorriso è un sollievo per chi lo dona e per chi lo riceve.

Esiste, però, anche un sorriso sbagliato, fuori luogo. Come quello che la coppia Mogol-Battisti eternò in un celebre brano, e che descrive la fine di una relazione: “Un sorriso/ e ho visto la mia fine sul tuo viso/ il nostro amor dissolversi nel vento/ ricordo, sono morto in un momento”.

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Quel gran genio di Calvino

Regalo di compleanno per Calvino: il Vaticano si unisce indirettamente ai festeggiamenti per i suoi cinquecento anni (l’illustre riformatore nacque nel 1509) riabilitandolo. Non solo: da eretico quale era fino a ieri, oggi è diventato una mente straordinaria.

Lo scrive, sull’Osservatore Romano, l’accademico di Francia Alain Besançon, secondo cui «L’organizzazione calvinista è una creazione geniale, capace di adattarsi» a ogni forma di stato e di governo, pregio che manca al contesto cattolico e al luteranesimo.

Proprio a Lutero Besançon dedica parole poco lusinghiere: se Calvino ha creato una struttura la cui “superiorità storica” e la cui “efficacia sono evidenti”, Lutero «era stato incapace di fondare una vera Chiesa». Aveva pensato fosse possibile affidarne “la guida ai prìncipi” per “far nascere una cristianità più pura e più perfetta di quella con la quale rompeva”, ma questa impostazione ha mostrato presto i suoi limiti.

Mica come Calvino, sembra esclamare Besançon, che «non condivide questa illusione e fonda un sistema ecclesiale compenetrato nella società civile ma indipendente, sottoposto al magistrato legittimo, però in grado di tenerlo a distanza e di influenzarlo».

E non solo: il ginevrino «fece profonda pulizia nei templi, tagliò nel folto delle tradizioni dogmatiche» ed «espulse il vasto magma delle devozioni popolari», aspetti che – viene da rilevare – fino a ieri non venivano visti Oltretevere con particolare favore.

Evidentemente il vento è cambiato, e di Calvino si possono evidenziare gli aspetti più brillanti: “aderisce pienamente ai simboli di Nicea e di Costantinopoli”, “professa di credere nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica”, “crede nella Trinità, nel peccato originale, nella salvezza attraverso Gesù Cristo”. Perfino onora Maria, oltre a credere nella presenza reale di Cristo nella Cena (pur non ammettendo, ovviamente, la transustanziazione).

E ancora “aderisce ai due principi della giustificazione per fede e della sovranità della Bibbia”, addirittura in anticipo sul Concilio di Trento.

Sì, come rileva Giacomo Galeazzi sulla Stampa, sicuramente si tratta di “una coraggiosa rilettura di Calvino“, che viene interpretata come un’apertura verso il mondo evangelico: o almeno quella parte del mondo protestante che non si sarà offesa per la descrizione di Lutero.

Quali potranno essere le conseguenze di questo nuovo corso non è facile dirlo. Una cosa è certa: a prescindere dallo scopo e dagli sviluppi, certamente non si è trattato di una mossa casuale.