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Ventiquattr’ore prima

2 agosto 1980: alla stazione di Bologna esplode una valigia che contiene duecento chili di esplosivo. 85 i morti, centinaia i feriti che porteranno per sempre, nel corpo e nell’anima, i segni di quella drammatica esperienza.

Sono passati trent’anni da quel due agosto. Era sabato, e la stazione di Bologna – centro ferroviario nevralgico per il nostro Paese – pullulava di viaggiatori: turisti stranieri, emigranti pronti a trascorrere al paese le agognate ferie, famiglie dirette al mare, ragazzi alle prese con le loro prime esperienze vacanziere senza i genitori.
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Quelle Porte aperte sul dramma

Una volta all’anno, il convegno di Porte Aperte fa bene.

Fa bene, perché è organizzato bene: abbastanza denso da dare informazioni precise sulla condizione dei cristiani perseguitati, ma sufficientemente leggero da permettere l’interazione tra i presenti (quest’anno a Rimini erano oltre trecento: meno dello scorso anno, ma comunque un numero ragguardevole in tempi di crisi) e la riflessione sul nostro ruolo di cristiani occidentali, privilegiati da una condizione di libertà e da diritti impensabili fuori dal nostro continente.
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Cristiani a Terra

Le recenti vicende dei cristiani in Marocco, contro i quali si è registrato un rinnovato rigore da parte delle autorità, continua a far parlare l’Occidente: non quanto altre vicende, ma è sempre meglio di niente.

La scorsa settimana se n’è occupato anche Terra, settimanale di approfondimento di Canale 5, che ha dedicato una puntata agli “Infelici come una pasqua”, i cristiani perseguitati. Dopo un servizio dalla Nigeria – fronte sempre caldo, purtroppo – e dal Kosovo delle intolleranze serbe, è toccato appunto ai fatti marocchini.

Ed è emersa una situazione difficile, dove la libertà di culto è di fatto limitata nei confronti dei cristiani a una tolleranza, che devono muoversi con costante cautela per evitare l’accusa di proselitismo.

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Se mille vi sembran pochi

Eppure, se succede, un motivo c’è.

I giornali hanno segnalato il caso di un sessantenne romano che avrebbe irretito almeno venti donne, estorcendo denaro e abusando delle loro figlie preadolescenti, con la scusa che doveva «modificare il karma delle bambine e trasmettere a tale scopo il suo Dna sano e curativo che avrebbe impedito il compimento del negativo destino e risparmiato alla madre le  sofferenze altrimenti inevitabili». Una storia che andava avanti dagli anni Novanta.

Il personaggio in questione, arrestato nei giorni scorsi, è il “guru” di una setta dal nome esotico, che si dedica allo yoga e a terapie orientali e – stando ai giornali – avrebbe qualcosa come mille adepti.

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Sulla pelle dei cristiani

Gli scontri tra cristiani e musulmani che hanno avuto luogo nei giorni scorsi nel nord della Nigeria non hanno avuto grande spazio sulle prime pagine dei quotidiani, nonostante un numero di vittime non irrilevante.

Se lo spazio non era ampio, i titoli erano piuttosto categorici: «Nigeria, strage di religione. Cristiani contro islamici, quasi duecento morti», titolava mercoledì, in un modesto richiamo, La Stampa; Il Corriere, relegando la notizia agli esteri, parlava di “Chiese e moschee bruciate in Nigeria: oltre 200 morti” e precisava in un sommario: “A scatenare la violenza un cantiere islamico in una zona cristiana“, anche se l’inviato, nell’articolo, ridimensionava: «I musulmani volevano costruire una moschea in un quartiere a prevalenza cristiana o più semplicemente un musulmano voleva ristrutturare la sua casa nella zona dei cristiani».

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La grande sfida dell'accoglienza

La Stampa con un servizio alza il velo su una pratica inquietante: a Torino «almeno quattro future mamme sottoposte nell’ultimo anno a fecondazione assistita hanno deciso di selezionare i loro feti, facendo venire al mondo soltanto due dei figli di una gravidanza trigemellare. È successo al Sant’Anna, l’ospedale torinese delle mamme e dei bambini, ma probabilmente è quanto accade anche altrove».

Normalmente nell’ambito della fecondazione assistita è previsto l’impianto di tre embrioni nell’utero della donna, in modo da garantire al concepimento maggiori margini di riuscita. Le percentuali di successo, spiega La Stampa, si posizionano tra il 22 e il 35%, e in alcuni di questi casi la riuscita può essere anche superiore alle aspettative: due, o addirittura tutti e tre gli embrioni possono svilupparsi, portando appunto a un parto gemellare o trigemino.
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La grande sfida dell’accoglienza

La Stampa con un servizio alza il velo su una pratica inquietante: a Torino «almeno quattro future mamme sottoposte nell’ultimo anno a fecondazione assistita hanno deciso di selezionare i loro feti, facendo venire al mondo soltanto due dei figli di una gravidanza trigemellare. È successo al Sant’Anna, l’ospedale torinese delle mamme e dei bambini, ma probabilmente è quanto accade anche altrove».

Normalmente nell’ambito della fecondazione assistita è previsto l’impianto di tre embrioni nell’utero della donna, in modo da garantire al concepimento maggiori margini di riuscita. Le percentuali di successo, spiega La Stampa, si posizionano tra il 22 e il 35%, e in alcuni di questi casi la riuscita può essere anche superiore alle aspettative: due, o addirittura tutti e tre gli embrioni possono svilupparsi, portando appunto a un parto gemellare o trigemino.
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Un disperato bisogno di ascolto

I dati raccolti da Telefono Azzurro dicono che pericoli e maltrattamenti sui minori continuano purtroppo con intollerabile frequenza.

Negli ultimi anni però si è profilato un cambio di prospettiva: oltre ai rischi che provengono dagli sconosciuti è aumentato il numero di casi in cui le malsane attenzioni nascano all’interno della cerchia familiare: genitori, ma anche insegnanti, amici di famiglia (titolo decisamente poco azzeccato), parenti, vicini, guide spirituali. Un quadro desolante cui Telefono Azzurro risponde come può, ma che apre uno squarcio su un mondo diverso da quello che vedono molti di noi.
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Armi non convenzionali

Finora a indignarsi con Dan Brown, il sopravvalutato autore di “Il codice Da Vinci” e “Angeli e demoni”, era stato soprattutto il mondo cattolico, per quei riferimenti al fantomatico matrimonio tra Gesù e Maria Maddalena, pesanti soprattutto in un romanzo venduto in milioni di copie, che molti lettori hanno confuso con un manuale di teologia e storia del cristianesimo.

Poi, in “Angeli e demoni”, l’attacco era stato ancora più frontale, stavolta sul piano politico, nei confronti del Vaticano, tanto da meritarsi un bando dal territorio della Santa Sede.
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Finché non costa niente

I gestori dei locali notturni di Jesolo hanno deciso di lamentarsi per i troppi controlli che le forze dell’ordine stanno effettuando, in questa estate 2009, controlli che «danneggiano l’immagine turistica della città».

La polizia, per bocca del suo portavoce, risponde quasi incredula alle proteste: «Ci dicano loro cosa dobbiamo fare. Senza questi controlli non ci può essere sicurezza, altrimenti si rischia di fare solo propaganda fine a se stessa».

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