Vergarolla, 75 anni fa

Il 18 agosto 1946, 75 anni fa, sulle spiagge di Pola si consumava la strage di Vergarolla: una serie di ordigni bellici disinnescati da tempo vennero fatti deflagrare da una mano rimasta ufficialmente ignota. Erano le 14.15 quando un’esplosione devastante lasciò sul terreno decine di morti, quasi la metà dei quali mai identificati. E, tra questi, non pochi bambini. In quel 18 agosto i polesani si godevano il mare e le gare di nuoto organizzate da una società sportiva italiana; la guerra era terminata da tempo ma la situazione del confine orientale non era ancora definita e Pola attendeva di conoscere il suo destino. In questa cornice è stata inquadrata da subito la vicenda, frutto di una strategia della tensione che segnò la comunità italiana rendendo ineluttabile l’esodo da Pola.

Fu una strage orribile, ma anche scomoda, ignorata dai giornali e dai libri di storia; eppure segnò l’inizio della strategia dello stragismo cui l’Italia avrebbe, negli anni a seguire, pagato pegno in troppe occasioni. E, proprio come nelle stragi che seguirono, la verità faticò a farsi strada.

Ma la giustizia umana non è l’unica speranza. Riecheggiano, 75 anni dopo, le parole che il vescovo di Parenzo e Pola spese ai funerali delle vittime: «Non scendo nell’esame delle cause prossime che hanno determinato un simile macello; io rimetto tutto al giudizio di Dio (…) al quale nessuno potrà sfuggire nell’applicazione tremenda della sua inesorabile giustizia».

Pubblicato il 18 agosto, 2021 su editoriali. Aggiungi ai preferiti il collegamento . Lascia un commento.

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