La forza della preghiera
Un sito internet, segnala il Magazine del Corriere, offre un supporto elettronico alla preghiera: «grazie a un comodo sistema text-to-speech (che converte, cioè, il testo in voce), un computer dice le preghiere al posto del fedele smemorato o troppo impegnato per ricordarsi di adempiere a questo dovere».
Il servizio, bontà dei gestori, «è disponibile per le diverse religioni», e ha un costo abbordabile: 4 dollari e 95 per un mese di preghiere.
Tutto sommato, economico. Tutto sommato, inutile.
Forse sarà superfluo ricordarlo ma Gesù, nella Bibbia, è stato chiaro sul senso da dare alla preghiera, che per il cristiano non si configura come un “obbligo” ma come un “dialogo”; sarà quindi un’ovvietà dire che questo servizio, mettiamola così, non sembra rispondere agli standard.
Sarebbe ingenuo pensare che Dio si lasci imbrogliare da una voce registrata, come se fosse un utente qualsiasi alle prese con i centralini automatizzati.
Non premerà il tasto cancelletto e l’opzione più verosimile. Se la preghiera è il dialogo con lui, allora deve essere non solo personale: dev’essere genuina. Vera.
Dio passa volentieri il suo tempo con noi, ma non ha bisogno di perdere il suo tempo con noi. Quando abbiamo piacere di stare con lui, è al settimo cielo. Se abbiamo qualcosa da chiedere, non vede l’ora di ascoltarci.
Ma non di farsi prendere in giro. A buggerarlo non è mai riuscito nessuno, non ci riusciremo noi. E, conoscendolo, non vale nemmeno la pena di provarci.
Pubblicato il 12 novembre, 2009, in Uncategorized con tag adempimento, ascolto, Bibbia, cancelletto, centralini, Computer, conoscenza, costo, cristiano, dialogo, Dio, dollari, dovere, fedele, genuino, Gesù, impegnato, ingenuo, inutile, piacere, Preghiera, preghiere, religioni, servizio, sito, smemorato, standard, supporto elettronico, Tempo, text-to-speach, voce. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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