Passione quanto basta

La Stampa ci spiega che si può impazzire, letteralmente, per Internet: l’uso della rete può trasformarsi da dipendenza a patologia.

Ci sono «11 manifestazioni di incipiente follia» elaborate dagli esperti: «Giorno dopo giorno si passa sempre più tempo online, in un crescendo innaturale. L’umore non è quello solito, ma gli attacchi di rabbia diventano standard. Addio affetti e amici: li si trascura per stare incollati al pc. Non c’è attività capace di emozionare che non sia una di quelle provenienti dal Web… Si mente spudoratamente sul numero dei clic con cui si guarda il video preferito. “Navigare” diventa la scusa per mettere in secondo piano i compiti scolastici o le responsabilità di lavoro. Il pensiero corre sempre alle tentazioni del cybermondo, anche quando ci si dovrebbe concentrare su altro. Cresce il macigno dei sensi di colpa, perfino la vergogna, quando si è online e non si riesce a smettere. Si dorme sempre meno, perché la notte si tramuta nel momento magico delle evasioni internettiane.».


La vita viene condizionata gradualmente, fino ad arrivare a «un concentrato di segni psicosomatici. Può succedere di vedere se stessi in rapida e incontrollabile mutazione: bruschi cambiamenti in su o in giù di peso, emicranie via via più frequenti, dolori da mouse alla mano e al braccio».

Attenzione, però: bastano tre sintomi per segnare la soglia di pericolo; «A cinque si è già drogati. Oltre questa soglia è necessario chiedere subito aiuto».

Naturalmente, però, le “manifestazioni di incipiente follia” non si applicano solo per Internet, che pure in ha tutte le carte in regola per diventare una delle attività più rischiose in questo senso: i decenni passati hanno visto proliferare numerose manie.

Negli anni Settanta c’era la politica: c’era chi si astraeva dalla realtà per cambiare il mondo portando avanti un’ideologia.

Poi è arrivata la passione sportiva: il tifo che diventa religione tra domeniche in curva e serata al bar sport per discutere infruttuosamente su schemi e problemi della squadra.

Una tra le ultime manie, prima di Internet, è stata la tecnologia: la fregola di mantenersi aggiornati sugli ultimi strumenti elettronici, la fame di possedere l’ultimo modello di cellulare o di computer, di sfruttare tutte le tecnologie.

Poi venne il fitness: la cura della forma fisica elevata a culto, religione dell’ego, la ricerca del benessere esteriore.

Si tratta di passioni che non sono, di per sé, distruttive, ma che rischiano di diventare manie, assumendo uno spazio preponderante nella vita. In una parola, diventando idoli.

Non avrebbe però senso demonizzare tout court Internet, la tecnologia, la salute, e tutto sommato nemmeno la politica o il tifo.

L’unico antidoto necessario, l’unica vaccinazione possibile è l’equilibrio. Quell’equilibrio dato dal buonsenso, che ci tiene lontano dalle esagerazioni e ci permette di guardare ogni aspetto della nostra vita nella giusta prospettiva, dando a ogni cosa uno spazio adeguato al suo peso specifico, e non di più.

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Pubblicato il 16 settembre, 2009, in Uncategorized con tag , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.

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