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Il decennio senza prospettive

Cosa resterà di questo primo decennio di XXI secolo? Se lo chiede, con qualche tocco di lirismo, Vittorio Macioce sul Giornale.

Sembravano anni già visti, detti, profetizzati: «sono stati lì a scrivere, immaginare, sognare, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, viaggi nel tempo, teletrasporti, telelavori, cibernauti, argonauti, terre promesse, visitors e ufo robot. Poi il 2000 è arrivato e sono passati dieci anni. Non è che non è successo nulla, solo che il futuro, quando ci cammini sopra, non è questa cosa straordinaria».
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Sogni benefici

Il Resto del Carlino (grazie a Marco per la segnalazione) racconta la storia di una mamma bolognese, Laura Neri, che ha vinto 45 mila euro partecipando al quiz più visto di RaiUno, l’Eredità.

La particolarità della vicenda? Che la signora Neri, d’accordo con il marito, ha deciso di non tenere per sé se non una minima parte della vincita, e devolvere il resto in beneficenza: ai bambini dell’Africa, ai pluriminorati seguiti dall’Istituto serafico di Assisi, e – ultimo, ma non meno importante – alla loro parrocchia di appartenenza, che necessita di qualche restauro.

Si tratta, racconta il Resto del Carlino, di una scelta meditata, tanto che ha segnalato la sua intenzione di vincere già sulla scheda con cui ha richiesto di partecipare al quiz.

Una scelta che solleva curiosità, e cui Laura e il marito Paolo rispondono senza scomporsi: «Non abbiamo sogni materiali nel cassetto, ma ogni giorno ci chiediamo cosa possiamo dare alla vita. Così abbiamo deciso di sostenere un progetto di solidarietà, anzi tre, ai quali collaboriamo già  da tempo. Non avevamo la possibilità di farlo diversamente, dato i nostri stipendi. Quindi partecipare all’Eredità poteva essere una soluzione».

Ci sono tre fatti che colpiscono, nelle parole della coppia. Innanzitutto la dichiarazione “non abbiamo sogni materiali nel cassetto”: non sappiamo quanti di noi sarebbero disposti ad affermarlo a cuor leggero. Tutti, probabilmente, abbiamo qualche progetto in corso: l’arredamento da cambiare, l’auto da sostituire, le rate da pagare, i soldi da accantonare per dare un futuro ai figli. Sono rari coloro che davvero possono affermare di “non avere sogni materiali”. Materiali, si badi, perché la coppia dimostra, con il suo gesto, di avere più di qualche sogno: aiutare il prossimo, sostenere chi soffre, condividere i drammi di chi si trova in gravi difficoltà. Non è questione di possibilità economiche: l’amore si dimostra quando i nostri sogni lasciano il posto ai bisogni degli altri.

La seconda affermazione riguarda la decisione di partecipare con lo scopo di fare beneficenza: “non avevamo la possibilità di farlo diversamente, dato i nostri stipendi”. Segno che, per quanto possibile, aiutano da tempo le organizzazioni e le realtà che ora hanno deciso di sostenere in maniera più massiccia. Si è trattato quindi di un exploit, ma che non nasce dal nulla e non muore in sé.
Facile dire “se vincessi un premio, darei una mano”: la generosità nasce dal cuore, non dal portafogli, e si dimostra attraverso da piccoli gesti, non con donazioni eclatanti.

La terza questione interessante riguarda il fatto che hanno destinato la vincita a progetti “ai quali collaboriamo già da tempo”. Non si tratta di beneficenza generica, senza radici, ma di un coinvolgimento di lunga data nei problemi, nei traguardi, nella vita di tre realtà benefiche. Forse non saranno andati in Africa, ma seguono regolarmente le vicende dell’Amref. Forse non fanno quotidianamente la spola con Assisi, ma non dimenticano l’Istituto serafico. Forse non sono in grado cambiare le sorti di una parrocchia, ma fanno quel che possono. Chissà se possiamo dire la stessa cosa, se condividiamo un progetto di aiuto umanitario o un’opera missionaria, oppure se ci limitiamo a tacitare la nostra coscienza di tanto in tanto, quando qualche missione ci commuove più di altre.

Più di qualcuno, nel leggere la notizia, avrà pensato a quanto sarebbe piacevole unire l’utile al dilettevole, partecipando ai telequiz a scopo benefico. Qualcun altro avrà arricciato il naso di fronte alla scelta anomala della coppia bolognese.

Non possiamo dare ragione agli aspiranti missionari da quiz: la solidarietà e la compassione non si dimostrano con i soldi degli altri.

Detto questo, non possiamo nemmeno condividere la posizione di chi critica la scelta di Laura e Paolo: se la decisione nasce da premesse convincenti e convinzioni solide come quelle della coppia bolognese, ben venga un’idea originale come la partecipazione all’Eredità.